Strana cosa, il tempo. Due anni, così pare. Duri, meravigliosi. Che dire?!Grazie. Ai miei compazzi di viaggio, a tutti i reparti che permettono a questa giostra di girare, a chi ci ha dato fiducia e a Voi; che ogni giorno ci avete seguito…
E poi a Te. Leggerti. Wow. Non poi così diversi noi in fondo, vero?! Provarti allora addosso. Per gioco; cioè sul serio. Averti quindi in affido. “Ti senti pronto?” “No, tu?” “Neanche…”.
A posto: facciamolo allora, dai. Ché la paura è voglia, è linfa. Al massimo cadiamo. Tanto siamo in due…Alle brutte mi allunghi la mano, Ti allungo la mano.
Partiamo. Sbagliamo. Cadiamo. Impariamo insieme. Sbagliamo. Cadiamo di nuovo. Sbattiamo i piedi, i denti, le ossa, il cuore. Sbagliamo di nuovo. Cresciamo. Impariamo a fatica, ma impariamo ad amare: ed amiamo. Immensamente amiamo. Andiamo, e torniamo. Andiamo poi, una volta ancora. Ora però davvero. Stavolta ho deciso di non continuare a darti fiato; a giocare inciampando insieme. Mi dispiace, piccolo, ma credo sia giusto così. Strana cosa il tempo. Due anni, così dicono. Duri, meravigliosi. E adesso di lasciarti andare non è che mi vada poi tanto. Ancora 5 minuti mamma, dai! E come potrei volerlo…Alzi la mano chi vuole. Da casa, dal mare, dal parco non andremmo via mai. Ancora, dai! Finché il letto non si fa stretto, finché le dita non si fanno lesse, finché il giorno non si fa sera. Vero o no?! Eppure crescere a volte vuol dire imparare a rinunciare, andare oltre.
Non so se ti dimenticherò. Strana cosa, il tempo. Non so nulla. Non sono sicuro di nulla. Forse torneremo, probabilmente mi mancherai. E se così sarà, allora ti penserò delicatamente. Con quella nostalgia che riserviamo alle cose che non sono mai state. Da per sempre, mancate.
Le cose queste, sole, indimenticabili.
Ciao Ric 🥀 Paris, France
Strana cosa, il tempo. Due anni, così pare. Duri, meravigliosi. Che dire?!Grazie. Ai miei compazzi di viaggio, a tutti i reparti che permettono a questa giostra di girare, a chi ci ha dato fiducia e a Voi; che ogni giorno ci avete seguito…
E poi a Te. Leggerti. Wow. Non poi così diversi noi in fondo, vero?! Provarti allora addosso. Per gioco; cioè sul serio. Averti quindi in affido. “Ti senti pronto?” “No, tu?” “Neanche…”.
A posto: facciamolo allora, dai. Ché la paura è voglia, è linfa. Al massimo cadiamo. Tanto siamo in due…Alle brutte mi allunghi la mano, Ti allungo la mano.
Partiamo. Sbagliamo. Cadiamo. Impariamo insieme. Sbagliamo. Cadiamo di nuovo. Sbattiamo i piedi, i denti, le ossa, il cuore. Sbagliamo di nuovo. Cresciamo. Impariamo a fatica, ma impariamo ad amare: ed amiamo. Immensamente amiamo. Andiamo, e torniamo. Andiamo poi, una volta ancora. Ora però davvero. Stavolta ho deciso di non continuare a darti fiato; a giocare inciampando insieme. Mi dispiace, piccolo, ma credo sia giusto così. Strana cosa il tempo. Due anni, così dicono. Duri, meravigliosi. E adesso di lasciarti andare non è che mi vada poi tanto. Ancora 5 minuti mamma, dai! E come potrei volerlo…Alzi la mano chi vuole. Da casa, dal mare, dal parco non andremmo via mai. Ancora, dai! Finché il letto non si fa stretto, finché le dita non si fanno lesse, finché il giorno non si fa sera. Vero o no?! Eppure crescere a volte vuol dire imparare a rinunciare, andare oltre.
Non so se ti dimenticherò. Strana cosa, il tempo. Non so nulla. Non sono sicuro di nulla. Forse torneremo, probabilmente mi mancherai. E se così sarà, allora ti penserò delicatamente. Con quella nostalgia che riserviamo alle cose che non sono mai state. Da per sempre, mancate.
Le cose queste, sole, indimenticabili.
Ciao Ric 🥀 Paris, France
Strana cosa, il tempo. Due anni, così pare. Duri, meravigliosi. Che dire?!Grazie. Ai miei compazzi di viaggio, a tutti i reparti che permettono a questa giostra di girare, a chi ci ha dato fiducia e a Voi; che ogni giorno ci avete seguito…
E poi a Te. Leggerti. Wow. Non poi così diversi noi in fondo, vero?! Provarti allora addosso. Per gioco; cioè sul serio. Averti quindi in affido. “Ti senti pronto?” “No, tu?” “Neanche…”.
A posto: facciamolo allora, dai. Ché la paura è voglia, è linfa. Al massimo cadiamo. Tanto siamo in due…Alle brutte mi allunghi la mano, Ti allungo la mano.
Partiamo. Sbagliamo. Cadiamo. Impariamo insieme. Sbagliamo. Cadiamo di nuovo. Sbattiamo i piedi, i denti, le ossa, il cuore. Sbagliamo di nuovo. Cresciamo. Impariamo a fatica, ma impariamo ad amare: ed amiamo. Immensamente amiamo. Andiamo, e torniamo. Andiamo poi, una volta ancora. Ora però davvero. Stavolta ho deciso di non continuare a darti fiato; a giocare inciampando insieme. Mi dispiace, piccolo, ma credo sia giusto così. Strana cosa il tempo. Due anni, così dicono. Duri, meravigliosi. E adesso di lasciarti andare non è che mi vada poi tanto. Ancora 5 minuti mamma, dai! E come potrei volerlo…Alzi la mano chi vuole. Da casa, dal mare, dal parco non andremmo via mai. Ancora, dai! Finché il letto non si fa stretto, finché le dita non si fanno lesse, finché il giorno non si fa sera. Vero o no?! Eppure crescere a volte vuol dire imparare a rinunciare, andare oltre.
Non so se ti dimenticherò. Strana cosa, il tempo. Non so nulla. Non sono sicuro di nulla. Forse torneremo, probabilmente mi mancherai. E se così sarà, allora ti penserò delicatamente. Con quella nostalgia che riserviamo alle cose che non sono mai state. Da per sempre, mancate.
Le cose queste, sole, indimenticabili.
Ciao Ric 🥀 Paris, France
Strana cosa, il tempo. Due anni, così pare. Duri, meravigliosi. Che dire?!Grazie. Ai miei compazzi di viaggio, a tutti i reparti che permettono a questa giostra di girare, a chi ci ha dato fiducia e a Voi; che ogni giorno ci avete seguito…
E poi a Te. Leggerti. Wow. Non poi così diversi noi in fondo, vero?! Provarti allora addosso. Per gioco; cioè sul serio. Averti quindi in affido. “Ti senti pronto?” “No, tu?” “Neanche…”.
A posto: facciamolo allora, dai. Ché la paura è voglia, è linfa. Al massimo cadiamo. Tanto siamo in due…Alle brutte mi allunghi la mano, Ti allungo la mano.
Partiamo. Sbagliamo. Cadiamo. Impariamo insieme. Sbagliamo. Cadiamo di nuovo. Sbattiamo i piedi, i denti, le ossa, il cuore. Sbagliamo di nuovo. Cresciamo. Impariamo a fatica, ma impariamo ad amare: ed amiamo. Immensamente amiamo. Andiamo, e torniamo. Andiamo poi, una volta ancora. Ora però davvero. Stavolta ho deciso di non continuare a darti fiato; a giocare inciampando insieme. Mi dispiace, piccolo, ma credo sia giusto così. Strana cosa il tempo. Due anni, così dicono. Duri, meravigliosi. E adesso di lasciarti andare non è che mi vada poi tanto. Ancora 5 minuti mamma, dai! E come potrei volerlo…Alzi la mano chi vuole. Da casa, dal mare, dal parco non andremmo via mai. Ancora, dai! Finché il letto non si fa stretto, finché le dita non si fanno lesse, finché il giorno non si fa sera. Vero o no?! Eppure crescere a volte vuol dire imparare a rinunciare, andare oltre.
Non so se ti dimenticherò. Strana cosa, il tempo. Non so nulla. Non sono sicuro di nulla. Forse torneremo, probabilmente mi mancherai. E se così sarà, allora ti penserò delicatamente. Con quella nostalgia che riserviamo alle cose che non sono mai state. Da per sempre, mancate.
Le cose queste, sole, indimenticabili.
Ciao Ric 🥀 Paris, France
Strana cosa, il tempo. Due anni, così pare. Duri, meravigliosi. Che dire?!Grazie. Ai miei compazzi di viaggio, a tutti i reparti che permettono a questa giostra di girare, a chi ci ha dato fiducia e a Voi; che ogni giorno ci avete seguito…
E poi a Te. Leggerti. Wow. Non poi così diversi noi in fondo, vero?! Provarti allora addosso. Per gioco; cioè sul serio. Averti quindi in affido. “Ti senti pronto?” “No, tu?” “Neanche…”.
A posto: facciamolo allora, dai. Ché la paura è voglia, è linfa. Al massimo cadiamo. Tanto siamo in due…Alle brutte mi allunghi la mano, Ti allungo la mano.
Partiamo. Sbagliamo. Cadiamo. Impariamo insieme. Sbagliamo. Cadiamo di nuovo. Sbattiamo i piedi, i denti, le ossa, il cuore. Sbagliamo di nuovo. Cresciamo. Impariamo a fatica, ma impariamo ad amare: ed amiamo. Immensamente amiamo. Andiamo, e torniamo. Andiamo poi, una volta ancora. Ora però davvero. Stavolta ho deciso di non continuare a darti fiato; a giocare inciampando insieme. Mi dispiace, piccolo, ma credo sia giusto così. Strana cosa il tempo. Due anni, così dicono. Duri, meravigliosi. E adesso di lasciarti andare non è che mi vada poi tanto. Ancora 5 minuti mamma, dai! E come potrei volerlo…Alzi la mano chi vuole. Da casa, dal mare, dal parco non andremmo via mai. Ancora, dai! Finché il letto non si fa stretto, finché le dita non si fanno lesse, finché il giorno non si fa sera. Vero o no?! Eppure crescere a volte vuol dire imparare a rinunciare, andare oltre.
Non so se ti dimenticherò. Strana cosa, il tempo. Non so nulla. Non sono sicuro di nulla. Forse torneremo, probabilmente mi mancherai. E se così sarà, allora ti penserò delicatamente. Con quella nostalgia che riserviamo alle cose che non sono mai state. Da per sempre, mancate.
Le cose queste, sole, indimenticabili.
Ciao Ric 🥀 Paris, France
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I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è soltanto la loro ombra
Che trema nel buio
Suscitando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo i loro risolini
la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Loro sono altrove ben più lontano della notte
Ben più in alto del sole
Nello splendore abbagliante del loro primo amore.
Quotidianità s. f. [der. di quotidiano]. – Il fatto, la caratteristica di essere quotidiano, di determinarsi e ripetersi tutti i giorni.
Chi mi conosce lo sa, non sono mai stato un grande fan della quotidianità. Eppure, in un momento come questo, la cosa che più mi manca è guardarvi negli occhi e dirvi la cosa più banale -e rassicurante- del mondo: “a domani”.
Quotidianità s. f. [der. di quotidiano]. – Il fatto, la caratteristica di essere quotidiano, di determinarsi e ripetersi tutti i giorni.
Chi mi conosce lo sa, non sono mai stato un grande fan della quotidianità. Eppure, in un momento come questo, la cosa che più mi manca è guardarvi negli occhi e dirvi la cosa più banale -e rassicurante- del mondo: “a domani”.
Quotidianità s. f. [der. di quotidiano]. – Il fatto, la caratteristica di essere quotidiano, di determinarsi e ripetersi tutti i giorni.
Chi mi conosce lo sa, non sono mai stato un grande fan della quotidianità. Eppure, in un momento come questo, la cosa che più mi manca è guardarvi negli occhi e dirvi la cosa più banale -e rassicurante- del mondo: “a domani”.
Quotidianità s. f. [der. di quotidiano]. – Il fatto, la caratteristica di essere quotidiano, di determinarsi e ripetersi tutti i giorni.
Chi mi conosce lo sa, non sono mai stato un grande fan della quotidianità. Eppure, in un momento come questo, la cosa che più mi manca è guardarvi negli occhi e dirvi la cosa più banale -e rassicurante- del mondo: “a domani”.
Quotidianità s. f. [der. di quotidiano]. – Il fatto, la caratteristica di essere quotidiano, di determinarsi e ripetersi tutti i giorni.
Chi mi conosce lo sa, non sono mai stato un grande fan della quotidianità. Eppure, in un momento come questo, la cosa che più mi manca è guardarvi negli occhi e dirvi la cosa più banale -e rassicurante- del mondo: “a domani”.
Quotidianità s. f. [der. di quotidiano]. – Il fatto, la caratteristica di essere quotidiano, di determinarsi e ripetersi tutti i giorni.
Chi mi conosce lo sa, non sono mai stato un grande fan della quotidianità. Eppure, in un momento come questo, la cosa che più mi manca è guardarvi negli occhi e dirvi la cosa più banale -e rassicurante- del mondo: “a domani”.
Quotidianità s. f. [der. di quotidiano]. – Il fatto, la caratteristica di essere quotidiano, di determinarsi e ripetersi tutti i giorni.
Chi mi conosce lo sa, non sono mai stato un grande fan della quotidianità. Eppure, in un momento come questo, la cosa che più mi manca è guardarvi negli occhi e dirvi la cosa più banale -e rassicurante- del mondo: “a domani”.
Quotidianità s. f. [der. di quotidiano]. – Il fatto, la caratteristica di essere quotidiano, di determinarsi e ripetersi tutti i giorni.
Chi mi conosce lo sa, non sono mai stato un grande fan della quotidianità. Eppure, in un momento come questo, la cosa che più mi manca è guardarvi negli occhi e dirvi la cosa più banale -e rassicurante- del mondo: “a domani”.
Quotidianità s. f. [der. di quotidiano]. – Il fatto, la caratteristica di essere quotidiano, di determinarsi e ripetersi tutti i giorni.
Chi mi conosce lo sa, non sono mai stato un grande fan della quotidianità. Eppure, in un momento come questo, la cosa che più mi manca è guardarvi negli occhi e dirvi la cosa più banale -e rassicurante- del mondo: “a domani”.
Quotidianità s. f. [der. di quotidiano]. – Il fatto, la caratteristica di essere quotidiano, di determinarsi e ripetersi tutti i giorni.
Chi mi conosce lo sa, non sono mai stato un grande fan della quotidianità. Eppure, in un momento come questo, la cosa che più mi manca è guardarvi negli occhi e dirvi la cosa più banale -e rassicurante- del mondo: “a domani”.
@riccardoriandephoto
Non posto mai nulla sto sempre a mollo
Non posto mai nulla sto sempre a mollo
Ti ricordi una volta eri solo
ti svegliavi prendevi il caffè
nella stanza disfatta
senza fare toelette
ti rovesciavi sulla tua poltrona
soffocato di noia sognavi
guardando il letto Una
che m’adorasse
l’uno per l’altro insieme
Lei sola al mondo
s’alzerebbe sbiancata
si darebbe d’attorno
mi occuperei della sua toelette
l’asciugherei
pettinerei senza farle male
le allaccerei il corsetto
la vestirei di chiaro
da gita in barca
Huh?!
“Avete mai attraversato la strada guardando dalla parte sbagliata, e c’è una macchina che vi viene addosso? Allora voi che fate?! Una cosa molto stupida: vi fermate…e non rivedete tutta la vostra vita perché avete troppa paura per pensare. Vi fermate e fate una faccia da scemi… ma lo zingaro no. Perché?! Perché aveva già in mente di andare lui addosso alla macchina…” semi cit. Videa Studi Televisivi
Un mini boccone del cortometraggio “Countdown”. Grazie a @giovanni_roviaro per avermi dato modo di giocare così seriamente! Out soon 💣