Home Actor Antonio Dikele Distefano HD Instagram Photos and Wallpapers June 2021 Antonio Dikele Distefano Instagram - ‘’Non esistono neri italiani’’. Me l’hanno detto molte volte, ma mai in faccia e mai con le parole. Me lo hanno detto con il loro corpo, con i loro sguardi, con la loro mimica, con le loro reazioni quando alla domanda ‘’dove sei nato?’’ rispondevo ‘’Busto Arsizio’’. Lo capisci quando qualcuno pensa che non esistono neri italiani. Ti puoi convincere di essere forte, ma certe cose minano le tue sicurezze, a prescindere dal tuo carattere e dalla tua capacità di fregartene. Da piccolo non riuscivo a tifare l’Italia. ho pensato che io non potevo riconoscermi in quei giocatori, in quella divisa. Tutto cambiò con Balotelli. La semifinale e quella incredibile doppietta. Esultai come un folle, una gioia che non si spiega, come se qualcuno mi avesse liberato di un peso. Ma durò poco, mesi. Davanti allo schermo, circondato da colori azzurri, tra le gente mi domando io chi sono, noi chi siamo. E anche qui sono le emozioni a darmi risposta. Il goal di Locatelli dopo una corsa di 60 metri, quello di sinistro da 20 metri e la mia reazione ad ogni goal. Le emozioni di quel momento mi dicono qualcosa. Parole che per anni non sono stato in grado di decifrare. Mi guardo intorno ed è bello sentire che vogliamo tutti la stessa cosa. Uscirne vincenti. Se voglio vincere non devo più lottare affinché gli altri lo accettino, perché non c’è nulla da accettare. Le cose cambiano quando sei tu, in primis, ad accertarti e a definire chi sei e a chiamarti con le giuste parole. Se vogliamo vincere dobbiamo credere alla voce dentro di noi e continuare a sognare. Io per esempio sogno un’Italia che non guardi più al passato, ma che abbia la forza di determinarsi nel presente e nel futuro. Nel futuro dell’Italia spero che i miei nipoti saranno più forti di me. Che a quegli sguardi che dicono che non esistono neri italiani riusciranno ad avere la forza e la lucidità di dire ‘’Non è vero. Io lo sono’’. Forza Italia. Andiamo a vincere. @pumafootball #onlyseegreat #adv

Antonio Dikele Distefano Instagram – ‘’Non esistono neri italiani’’. Me l’hanno detto molte volte, ma mai in faccia e mai con le parole. Me lo hanno detto con il loro corpo, con i loro sguardi, con la loro mimica, con le loro reazioni quando alla domanda ‘’dove sei nato?’’ rispondevo ‘’Busto Arsizio’’. Lo capisci quando qualcuno pensa che non esistono neri italiani. Ti puoi convincere di essere forte, ma certe cose minano le tue sicurezze, a prescindere dal tuo carattere e dalla tua capacità di fregartene. Da piccolo non riuscivo a tifare l’Italia. ho pensato che io non potevo riconoscermi in quei giocatori, in quella divisa. Tutto cambiò con Balotelli. La semifinale e quella incredibile doppietta. Esultai come un folle, una gioia che non si spiega, come se qualcuno mi avesse liberato di un peso. Ma durò poco, mesi. Davanti allo schermo, circondato da colori azzurri, tra le gente mi domando io chi sono, noi chi siamo. E anche qui sono le emozioni a darmi risposta. Il goal di Locatelli dopo una corsa di 60 metri, quello di sinistro da 20 metri e la mia reazione ad ogni goal. Le emozioni di quel momento mi dicono qualcosa. Parole che per anni non sono stato in grado di decifrare. Mi guardo intorno ed è bello sentire che vogliamo tutti la stessa cosa. Uscirne vincenti. Se voglio vincere non devo più lottare affinché gli altri lo accettino, perché non c’è nulla da accettare. Le cose cambiano quando sei tu, in primis, ad accertarti e a definire chi sei e a chiamarti con le giuste parole. Se vogliamo vincere dobbiamo credere alla voce dentro di noi e continuare a sognare. Io per esempio sogno un’Italia che non guardi più al passato, ma che abbia la forza di determinarsi nel presente e nel futuro. Nel futuro dell’Italia spero che i miei nipoti saranno più forti di me. Che a quegli sguardi che dicono che non esistono neri italiani riusciranno ad avere la forza e la lucidità di dire ‘’Non è vero. Io lo sono’’. Forza Italia. Andiamo a vincere. @pumafootball #onlyseegreat #adv

Antonio Dikele Distefano Instagram - ‘’Non esistono neri italiani’’. Me l’hanno detto molte volte, ma mai in faccia e mai con le parole. Me lo hanno detto con il loro corpo, con i loro sguardi, con la loro mimica, con le loro reazioni quando alla domanda ‘’dove sei nato?’’ rispondevo ‘’Busto Arsizio’’. Lo capisci quando qualcuno pensa che non esistono neri italiani. Ti puoi convincere di essere forte, ma certe cose minano le tue sicurezze, a prescindere dal tuo carattere e dalla tua capacità di fregartene. Da piccolo non riuscivo a tifare l’Italia. ho pensato che io non potevo riconoscermi in quei giocatori, in quella divisa. Tutto cambiò con Balotelli. La semifinale e quella incredibile doppietta. Esultai come un folle, una gioia che non si spiega, come se qualcuno mi avesse liberato di un peso. Ma durò poco, mesi. Davanti allo schermo, circondato da colori azzurri, tra le gente mi domando io chi sono, noi chi siamo. E anche qui sono le emozioni a darmi risposta. Il goal di Locatelli dopo una corsa di 60 metri, quello di sinistro da 20 metri e la mia reazione ad ogni goal. Le emozioni di quel momento mi dicono qualcosa. Parole che per anni non sono stato in grado di decifrare. Mi guardo intorno ed è bello sentire che vogliamo tutti la stessa cosa. Uscirne vincenti. Se voglio vincere non devo più lottare affinché gli altri lo accettino, perché non c’è nulla da accettare. Le cose cambiano quando sei tu, in primis, ad accertarti e a definire chi sei e a chiamarti con le giuste parole. Se vogliamo vincere dobbiamo credere alla voce dentro di noi e continuare a sognare. Io per esempio sogno un’Italia che non guardi più al passato, ma che abbia la forza di determinarsi nel presente e nel futuro. Nel futuro dell’Italia spero che i miei nipoti saranno più forti di me. Che a quegli sguardi che dicono che non esistono neri italiani riusciranno ad avere la forza e la lucidità di dire ‘’Non è vero. Io lo sono’’. Forza Italia. Andiamo a vincere. @pumafootball #onlyseegreat #adv

Antonio Dikele Distefano Instagram – ‘’Non esistono neri italiani’’. Me l’hanno detto molte volte, ma mai in faccia e mai con le parole. Me lo hanno detto con il loro corpo, con i loro sguardi, con la loro mimica, con le loro reazioni quando alla domanda ‘’dove sei nato?’’ rispondevo ‘’Busto Arsizio’’.
Lo capisci quando qualcuno pensa che non esistono neri italiani. Ti puoi convincere di essere forte, ma certe cose minano le tue sicurezze, a prescindere dal tuo carattere e dalla tua capacità di fregartene. Da piccolo non riuscivo a tifare l’Italia. ho pensato che io non potevo riconoscermi in quei giocatori, in quella divisa.
Tutto cambiò con Balotelli. La semifinale e quella incredibile doppietta. Esultai come un folle, una gioia che non si spiega, come se qualcuno mi avesse liberato di un peso. Ma durò poco, mesi. Davanti allo schermo, circondato da colori azzurri, tra le gente mi domando io chi sono, noi chi siamo. E anche qui sono le emozioni a darmi risposta. Il goal di Locatelli dopo una corsa di 60 metri, quello di sinistro da 20 metri e la mia reazione ad ogni goal. Le emozioni di quel momento mi dicono qualcosa. Parole che per anni non sono stato in grado di decifrare. Mi guardo intorno ed è bello sentire che vogliamo tutti la stessa cosa. Uscirne vincenti.
Se voglio vincere non devo più lottare affinché gli altri lo accettino, perché non c’è nulla da accettare. Le cose cambiano quando sei tu, in primis, ad accertarti e a definire chi sei e a chiamarti con le giuste parole. Se vogliamo vincere dobbiamo credere alla voce dentro di noi e continuare a sognare. Io per esempio sogno un’Italia che non guardi più al passato, ma che abbia la forza di determinarsi nel presente e nel futuro. Nel futuro dell’Italia spero che i miei nipoti saranno più forti di me. Che a quegli sguardi che dicono che non esistono neri italiani riusciranno ad avere la forza e la lucidità di dire ‘’Non è vero. Io lo sono’’.
Forza Italia. Andiamo a vincere.
@pumafootball
#onlyseegreat #adv | Posted on 20/Jun/2021 15:39:04

Antonio Dikele Distefano Instagram – papà mi ha chiamato su whatsapp e mi ha detto che non lo cerco mai. 
ho risposto istintivamente “non è vero” ma avrei voluto dirgli “scusami, hai ragione”. quando rientro a casa lo trovo sempre in salotto, davanti alla televisione. guarda documentari. riconosco la voce di mobutu all’istante. papà è uomo di poche parole, sorride e chiede sempre se ho già mangiato. si è convinto per non so quale motivo che io ami le pesche. glielo lascio credere, le mangiamo insieme senza commentare. mi parla in lingala, rispondo in lingala. quando rientro a milano lascio cento euro sulla testa del letto, convinto basti.
non gli rivolgo mai la parola in quei
momenti, faccio tutto in silenzio.
entro in camera mentre dorme o è
sotto la doccia. io e lui non abbiamo mai avuto intense conversazioni.
lui non ama il calcio, non guarda le serie tv. mi parla di luanda, dei coloni, della rumba congolese. non chiedo nulla, ascolto soltanto perché un po’ mi vergogno. mi ha cresciuto dicendomi le cose poco per volta, come un imbuto.
mi ha insegnato come stare senza una figura importante e sopravvivere
comunque. al di là dei suoi limiti.
ho creduto per anni che il suo silenzio significasse non avere bisogno di nulla.
che non gli servisse un abbraccio perché non lo aveva mai chiesto, che non volesse avere vicino suo figlio perché non gli aveva mai proposto di tornare a casa da quando si era trasferito a milano. si è preoccupato per me, ha guardato il mio sonno ed io non gli ho mai dimostrato di non averlo dimenticato. ho sbagliato tanto negli ultimi anni perché mi sono convinto che i soldi e le attenzioni fossero la stessa cosa.
Antonio Dikele Distefano Instagram – tranne rare eccezioni usavi la maglia del milan per dormire. lo facevi perché mi infastidiva. leggevi libri mentre guardavo le partite. mi chiedevi di abbassare il volume, di non urlare, di non prendermela con biglia perché non verticalizzava mai. sorridevo perché non ci capivi niente. mi manchi quando mi nascondo dalle persone per poterle osservare, quando nello scontro con i miei malumori sento la necessità di trovare un centro, qualcuno a cui non devo spiegare le mie cicatrici e che verticalizzi. ho pianto perché di me non hai mai capito niente. ti veniva voglia di scopare e mi facevi un pompino. mi scrivevi di andare in bagno e in quelle cene tra ragazzi bianchi e noiosi dove ti divertivi sparivamo per qualche minuto. mi guardavi fisso negli occhi e io pensavo fossi mia. per poco credevo esistesse un “nostro”, un “noi. chissà quando sono diventato il ragazzo con cui fare tardi prima di uscire con un altro, prima di uscire con quelli che non conoscevo ma che per non so quale ragione preterivi a me. io ero quello dei consigli, dei problemi e delle soluzioni. quello che “tanto aspetta in macchina”. ero la risposta certa prima che cadesse la linea, il cellulare mai occupato. “mi fai entrare?”. tornavi quando ti sentivi sola, una troia, quando avevi bisogno di sentirti amata da qualcuno che ti amava davvero. dopo ogni ”basta” non ho saputo mettere un punto. sono sempre scivolato via, ho sempre avuto l’esigenza di spiegarmi meglio, di ascoltare tutte le tue versioni. io sono fatto così, non ho mai smesso di tornare a casa con le ginocchia sbucciate alla fine del giorno.

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