L’ultimo struggente capitolo, alla vigilia della fine del lockdown totale del 4 maggio, contenente peraltro negli ultimi 15 secondi il mio testamento spirituale. Grazie a @canegiancane per la sigla iniziale e a chi è stato appresso a sta cosa per due mesi. Prima che me chiedete solo quello 7183838 volte, ma so che lo farete uguale, il pezzo finale è What’s up delle 4 non blondes.
Oh siccome Rebibbia Quarantine è finito e non me va de fa sempre le stesse cose, questo è l’esperimento di un’intervista a cartoni. Quindi tutta la fila di ringraziamenti inizia con “Lele” a cui mi sono accollato con tutte le mie domande sulla sanità sugli eroi sui santi e sugli infermieri, al coordinamento cittadino sanità per il lavoro che svolge, e agli stiff little fingers per le note conclusive (la canzone è nobody’s hero). [Lo so che gli esperimenti uno li dovrebbe fare nel buio della propria cameretta e poi farli vedere al mondo quando ha imparato a fare le cose bene, ma co tutti gli impicci e gli accolli finisce che se aspetto de fare tutte le cose perfezionate sta cosa usciva nel 2025.]
Straziante cronaca della sesta settimana di un paese ormai sull’orlo della guerra civile. Credits: Al solito, la sigla iniziale è Ipocondria di Giancane, lo stacco finale è rubato a Hatebreeders dei Misfits. Peste colga chi non riconosce la voce di Guido Nicheli nei ragazzi della terza c. Buon 25 aprile.
Siccome mi viene chiesto tutti i giorni, con grande emozione ho deciso di aggiornare il mondo su come procede la serie per @netflixit che stiamo facendo insieme a @movimentiproduction
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REBIBBIA QUARANTINE episodio 3: i cocci (finale di stagione) Con questo terzo episodio si conclude lo struggente reportage della quarantena rebibbiese, non prima di aver vinto il premio della giulia al Fuoridaromanonsicapisceuncazzodiquellochedici film festival. (se sta quarantena dura ancora oltre pasqua capace che faccio la seconda stagione pe disperazione, senno la potemo chiude qua) [sempregrazie a Giancane a cui ho rotto pure il cazzo per l’audio oltre ad avergli rubato il pezzo per la sigla iniziale]
Struggente animazione che che testimonia un orrendo fatto realmente avvenuto per il quale continuo a leggere con ansia la cronaca di Roma in attesa di trovare qualche epilogo tremendo. (Al solito, sigla iniziale di Giancane, a cui rompo sempre pure il cazzo per l’audio e i volumi, e stacco finale rubato a Free degli Street Dogs)
Purtroppo devo sospendere i miei consueti temi leggeri con la prima (e forse ultima se me rompo il cazzo) puntata di questo reportage-verità sulla quarantena vissuta ai bordi della tiburtina. Grazie a @canegiancane a cui ho rubato un pezzo della canzone Iponcondria per farci la sigla.
Il bilancio dopo una settimana di quarantena (posso anticipare che non è successo un cazzo e a un certo punto riuserò sempre gli stessi sfondi tanto la nostra esistenza si svolge tutta nel raggio de duecento metri e disegnati una volta disegnati sempre). Come al solito la sigla è tratta da ipocondria di Giancane.
Questo è un contributo animato che in questo tempo di sacrifici ci ricorda il periodo remoto in cui andavamo a cena fuori. Oltre al solito premio Miglior Dizione stavolta al Sundance hanno ritenuto di onorarlo anche del premio Tempismo Perfetto, pe parlà de ristoranti esattamente quando li hanno chiusi tutti.
Mi premeva condividere questo cortometraggio che, seppur rozzamente animato, viene valorizzato da un doppiaggio nitido e scandito che gli è valso infatti numerosi premio a Toronto.
Prove di esercizi di animazione a cazzo, su un pezzo de @gli_ultimi