mi rispondi sempre, ma non mi cerchi mai. io, che non so fermarmi davanti al tuo non esserci, mi dico che senza dubbio prima o poi ti mostrerai e che da qualche parte devi pur conservare le cose che vorresti dirmi. sei impegnata con l’università, tu che non è che ti accontenti proprio facilmente. il tuo silenzio, il fatto che non mi rispondi quando ti chiamo mi fa sentire un intruso che curiosa nella vita di uno sconosciuto. io però ti conosco a memoria anche se ci sono un sacco di cose di te che non immagino. talmente abituato a sentire il telefono squillare a vuoto che se mi rispondessi non mi sembrerebbe vero.
mi dico che devo tenermi occupato, tenere la mente occupata, il corpo occupato. devo smettere di farmi domande, lontano da quei pensieri allettanti. mi sento così ingenuo quando vorrei scriverti che mi piaci, che al pensiero rido da solo. ingenuo quando mi soffermo sulla rabbia che provo e forse proverò ancora pensando a tutte le risorse dissipate per tentare di far vivere un amore che già mesi fa non aveva vita.
Fingo di non vederti, evito il tuo sguardo quando me lo posi addosso. Come quando evito di guardarmi nei vetri per strada perché non mi piaccio. Tengo gli occhi davanti a me e mi dico “Non farlo”, “Non voltarti”. È così difficile guardare dove non sei tu. A distanza di sicurezza mi volto per poco, e tu hai già ripreso a vivere e mi sento da buttare. Mi hai in pugno, ti ho nel cuore. Sai ancora disintegrarmi da un momento all’altro. Quando mi perdo perchè non conosco i nomi delle vie, tu sei ancora quella cosa in cui mi ritrovo. I miei amici invece le salutano le loro ex quando le incontrano e non capisco come fanno. Io non saprei dirti ogni volta “Addio di nuovo”. Vorrei avercela anche io la forza che hai quando mi guardi, ma è più facile fingere perché non voglio sapere come mi guardi. Se mi vuoi dire qualcosa, se cerchi conferme. Ho imparato che gli addii non vanno risvegliati.
Che è frustrante quando assomigliano tanto ad un arrivederci. Mi guardi ma non mi sfiori davvero. Tu non mi manchi, tu mi levi. Mi levi il respiro, la voglia di alzare gli occhi, il tempo per pensare ad altre cose. Perché se tu mancassi io non avrei un vagone. Ma tu mi levi ed io non ho binari per vivere.
Io posso volerti molto bene e posso anche sperare che un giorno noi riusciremo a parlarci come buoni amici e se mi dai abbastanza tempo riuscirò anche a volere che tu sia davvero felice da sola o con un altro. Ma non mi fido più di te perché non so stare un passo avanti a me, perché non so prevedere le conseguenze di ogni mia azione, perché anche se ora convito dico che non ne voglio più sapere nulla, una parte di me vorrebbe ancora innamorarsi e se potesse parlare farebbe il tuo nome.
quelle sensazioni radicate che si facevano sentire ogni volta che mi toccavano in quei punti dove tu ti soffermavi un po’ di più durante un bacio o mentre facevamo l’amore. in quei momenti, mi alzavo dal letto con la scusa di andare in bagno e restavo davanti allo specchio a guardare i miei fallimenti e a dirmi che volevo sapere cosa avresti pensato di me guardandomi, anche se avrebbe potuto farmi male.
quelle sensazioni radicate che si facevano sentire ogni volta che mi toccavano in quei punti dove tu ti soffermavi un po’ di più durante un bacio o mentre facevamo l’amore. in quei momenti, mi alzavo dal letto con la scusa di andare in bagno e restavo davanti allo specchio a guardare i miei fallimenti e a dirmi che volevo sapere cosa avresti pensato di me guardandomi, anche se avrebbe potuto farmi male.
quelle sensazioni radicate che si facevano sentire ogni volta che mi toccavano in quei punti dove tu ti soffermavi un po’ di più durante un bacio o mentre facevamo l’amore. in quei momenti, mi alzavo dal letto con la scusa di andare in bagno e restavo davanti allo specchio a guardare i miei fallimenti e a dirmi che volevo sapere cosa avresti pensato di me guardandomi, anche se avrebbe potuto farmi male.
In Africa non si parla l’africano.
In Africa non si parla l’africano.
In Africa non si parla l’africano.
È vero che stare da soli non è facile, ma è anche vero che la solitudine spesso aiuta ad accrescere la nostra autostima e la fiducia nei nostri mezzi, stare soli aiuta a conoscere molto meglio noi stessi e i nostri punti di forza.
Dovremmo ritenerci la persona più importante della nostra vita e dimenticare il passato perché i ricordi hanno sempre torto.
Molte persone identificano la felicità con l’avere una relazione, ma è un errore perché stare bene da soli non è una colpa. | @antoniodikeledistefano
È vero che stare da soli non è facile, ma è anche vero che la solitudine spesso aiuta ad accrescere la nostra autostima e la fiducia nei nostri mezzi, stare soli aiuta a conoscere molto meglio noi stessi e i nostri punti di forza.
Dovremmo ritenerci la persona più importante della nostra vita e dimenticare il passato perché i ricordi hanno sempre torto.
Molte persone identificano la felicità con l’avere una relazione, ma è un errore perché stare bene da soli non è una colpa. | @antoniodikeledistefano
Io quelle coppie che quando si fidanzano escludono totalmente i loro amici non le ho mai capite
E non ho mai nemmeno capito quei fidanzati che quando trovano una ragazza iniziano a comportarsi come se quella ragazza fosse di loro possesso.
Io credo che quando stai con una persona conviene lasciarla libera, perchè solo così capirai se è disposta a stare con te.
Stare con qualcuno che non ti permette di vedere un amico,
Che ti controlla il cellulare e non ti fa uscire non è essere felici ma costretti.
E credo che non sia nemmeno giusto vivere così.
Credo che esistono altri modi e mezzi per mostrare i nostri sentimenti e di mostrare ad una persona che la vogliamo vicino.
Anche a me è capitato spesso di avere paura, di credere che se ti è successo una volta di sbagliare ed essere ferito poi succederà sempre. Però davvero, rispettate le persone che avete vicino, rispettate la loro libertà perchè in molti casi la gelosia immotivata è una cosa stupida.
Io quelle coppie che quando si fidanzano escludono totalmente i loro amici non le ho mai capite
E non ho mai nemmeno capito quei fidanzati che quando trovano una ragazza iniziano a comportarsi come se quella ragazza fosse di loro possesso.
Io credo che quando stai con una persona conviene lasciarla libera, perchè solo così capirai se è disposta a stare con te.
Stare con qualcuno che non ti permette di vedere un amico,
Che ti controlla il cellulare e non ti fa uscire non è essere felici ma costretti.
E credo che non sia nemmeno giusto vivere così.
Credo che esistono altri modi e mezzi per mostrare i nostri sentimenti e di mostrare ad una persona che la vogliamo vicino.
Anche a me è capitato spesso di avere paura, di credere che se ti è successo una volta di sbagliare ed essere ferito poi succederà sempre. Però davvero, rispettate le persone che avete vicino, rispettate la loro libertà perchè in molti casi la gelosia immotivata è una cosa stupida.
Io quelle coppie che quando si fidanzano escludono totalmente i loro amici non le ho mai capite
E non ho mai nemmeno capito quei fidanzati che quando trovano una ragazza iniziano a comportarsi come se quella ragazza fosse di loro possesso.
Io credo che quando stai con una persona conviene lasciarla libera, perchè solo così capirai se è disposta a stare con te.
Stare con qualcuno che non ti permette di vedere un amico,
Che ti controlla il cellulare e non ti fa uscire non è essere felici ma costretti.
E credo che non sia nemmeno giusto vivere così.
Credo che esistono altri modi e mezzi per mostrare i nostri sentimenti e di mostrare ad una persona che la vogliamo vicino.
Anche a me è capitato spesso di avere paura, di credere che se ti è successo una volta di sbagliare ed essere ferito poi succederà sempre. Però davvero, rispettate le persone che avete vicino, rispettate la loro libertà perchè in molti casi la gelosia immotivata è una cosa stupida.
Ogni volta che posto una mia foto su Instagram mi viene l’ansia.
E quando non ottiene i like sperati mi sento come quando mancano le attenzioni di qualcuno a cui piaccio.
Nell’ultimo periodo il mio cellulare mi procura un dolore fisico. Un disagio interno, forse psicologico. Ogni volta che prendo la decisione, di spegnerlo, staccare Instagram e isolarmi dal mondo provo sentimenti discordanti. quelli che si provano approcciandosi, in modo diverso, a ogni genere di dipendenza.
Al cinema con il cellulare in mano, non lo guardo ma lo tengo sul palmo. E non so se sia un bene il fatto che abbia tolto le notifiche perchè questa cosa sottolinea la mia fragilità e va a rinforzare quel meccanismo della gratificazione e il continuo bisogno di un feedback. Se una mia storia fa poche visualizzazioni o un mio post pochi like, ha un impatto negativo sul mio umore e la mia autostima. E mi sento solo anche se sto con una persona che mi ama, anche se nella vita reale è tutto apposto. La paura di essere tagliato fuori, la sensazione che per nessuno io sia interessante parlano nella mia testa e trovano conferme. Ci sono periodi invece in cui smetto anche di convidere stories e faccio lo spettatore. Non leggo i commenti, non leggo i dm per paura che qualcuno offendendomi possa dire qualcosa che io già penso di me. Quando ne ho parlato apertamente mi hanno sempre parlato come fosse facile uscirne, come fosse una cosa da ragazzini. Come se io fossi un debole o che. Ma io penso di non essere l’unico a sentirmi così.
@antoniodikeledistefano
Ogni volta che posto una mia foto su Instagram mi viene l’ansia.
E quando non ottiene i like sperati mi sento come quando mancano le attenzioni di qualcuno a cui piaccio.
Nell’ultimo periodo il mio cellulare mi procura un dolore fisico. Un disagio interno, forse psicologico. Ogni volta che prendo la decisione, di spegnerlo, staccare Instagram e isolarmi dal mondo provo sentimenti discordanti. quelli che si provano approcciandosi, in modo diverso, a ogni genere di dipendenza.
Al cinema con il cellulare in mano, non lo guardo ma lo tengo sul palmo. E non so se sia un bene il fatto che abbia tolto le notifiche perchè questa cosa sottolinea la mia fragilità e va a rinforzare quel meccanismo della gratificazione e il continuo bisogno di un feedback. Se una mia storia fa poche visualizzazioni o un mio post pochi like, ha un impatto negativo sul mio umore e la mia autostima. E mi sento solo anche se sto con una persona che mi ama, anche se nella vita reale è tutto apposto. La paura di essere tagliato fuori, la sensazione che per nessuno io sia interessante parlano nella mia testa e trovano conferme. Ci sono periodi invece in cui smetto anche di convidere stories e faccio lo spettatore. Non leggo i commenti, non leggo i dm per paura che qualcuno offendendomi possa dire qualcosa che io già penso di me. Quando ne ho parlato apertamente mi hanno sempre parlato come fosse facile uscirne, come fosse una cosa da ragazzini. Come se io fossi un debole o che. Ma io penso di non essere l’unico a sentirmi così.
@antoniodikeledistefano
Ogni volta che posto una mia foto su Instagram mi viene l’ansia.
E quando non ottiene i like sperati mi sento come quando mancano le attenzioni di qualcuno a cui piaccio.
Nell’ultimo periodo il mio cellulare mi procura un dolore fisico. Un disagio interno, forse psicologico. Ogni volta che prendo la decisione, di spegnerlo, staccare Instagram e isolarmi dal mondo provo sentimenti discordanti. quelli che si provano approcciandosi, in modo diverso, a ogni genere di dipendenza.
Al cinema con il cellulare in mano, non lo guardo ma lo tengo sul palmo. E non so se sia un bene il fatto che abbia tolto le notifiche perchè questa cosa sottolinea la mia fragilità e va a rinforzare quel meccanismo della gratificazione e il continuo bisogno di un feedback. Se una mia storia fa poche visualizzazioni o un mio post pochi like, ha un impatto negativo sul mio umore e la mia autostima. E mi sento solo anche se sto con una persona che mi ama, anche se nella vita reale è tutto apposto. La paura di essere tagliato fuori, la sensazione che per nessuno io sia interessante parlano nella mia testa e trovano conferme. Ci sono periodi invece in cui smetto anche di convidere stories e faccio lo spettatore. Non leggo i commenti, non leggo i dm per paura che qualcuno offendendomi possa dire qualcosa che io già penso di me. Quando ne ho parlato apertamente mi hanno sempre parlato come fosse facile uscirne, come fosse una cosa da ragazzini. Come se io fossi un debole o che. Ma io penso di non essere l’unico a sentirmi così.
@antoniodikeledistefano
Ogni volta che posto una mia foto su Instagram mi viene l’ansia.
E quando non ottiene i like sperati mi sento come quando mancano le attenzioni di qualcuno a cui piaccio.
Nell’ultimo periodo il mio cellulare mi procura un dolore fisico. Un disagio interno, forse psicologico. Ogni volta che prendo la decisione, di spegnerlo, staccare Instagram e isolarmi dal mondo provo sentimenti discordanti. quelli che si provano approcciandosi, in modo diverso, a ogni genere di dipendenza.
Al cinema con il cellulare in mano, non lo guardo ma lo tengo sul palmo. E non so se sia un bene il fatto che abbia tolto le notifiche perchè questa cosa sottolinea la mia fragilità e va a rinforzare quel meccanismo della gratificazione e il continuo bisogno di un feedback. Se una mia storia fa poche visualizzazioni o un mio post pochi like, ha un impatto negativo sul mio umore e la mia autostima. E mi sento solo anche se sto con una persona che mi ama, anche se nella vita reale è tutto apposto. La paura di essere tagliato fuori, la sensazione che per nessuno io sia interessante parlano nella mia testa e trovano conferme. Ci sono periodi invece in cui smetto anche di convidere stories e faccio lo spettatore. Non leggo i commenti, non leggo i dm per paura che qualcuno offendendomi possa dire qualcosa che io già penso di me. Quando ne ho parlato apertamente mi hanno sempre parlato come fosse facile uscirne, come fosse una cosa da ragazzini. Come se io fossi un debole o che. Ma io penso di non essere l’unico a sentirmi così.
@antoniodikeledistefano
All’età di undici anni ho imparato che accade a tutti: ognuno di noi soffre e nessuno cresce senza che questo succeda, perché è necessario. Ognuno a modo suo rimane ferito ed è come decidiamo di reagire che ci distingue. Conta essere capaci di rispondere alle domande importanti, non voler far credere a tutti i costi di stare bene. I miei amici in contesti diversi avevano combattuto le mie stesse battaglie, quelle che mi hanno fatto sentire così solo e io per questo li volevo vicino. A scuola ognuno portava il proprio universo sotto forma di foto tra le pagine del diario e per me quella foto era un’immagine di noi quattro in piedi che sorridevamo sotto un albero che ci riparava dal sole. Prima che arrivassero loro avevo tante cose dentro che analizzavo in silenzio escludendo gli altri. Mi convincevo che sarei riuscito a resistere senza nessuno. Non mi importava che qualcun altro mi capisse. Chiuso nel mio mondo era tutto più rassicurante. Con il tempo mi stavo costruendo attorno un muro, io che non volevo essere il più forte perché ci sarebbero state troppe aspettative e nemmeno il più debole perché non ci sarebbe stato nessuno ad aspettarmi. Allontanarsi da tutto perché qualcuno, anche tua madre, ti ha deluso non è mai la giusta soluzione. Non è mai giusto finire se stessi, privarsi del domani, qualunque peso tu abbia dovuto sopportare. Non è giusto allontanare chi è disposto anche solo ad ascoltarti, fingere di amare una condizione che ti è stata imposta dalla vita, da chi ha deciso di non esserci. Non è mai giusto avere sempre il sorriso di chi non ha bisogno di niente quando dentro si piange.
Ph @gaiabey
All’età di undici anni ho imparato che accade a tutti: ognuno di noi soffre e nessuno cresce senza che questo succeda, perché è necessario. Ognuno a modo suo rimane ferito ed è come decidiamo di reagire che ci distingue. Conta essere capaci di rispondere alle domande importanti, non voler far credere a tutti i costi di stare bene. I miei amici in contesti diversi avevano combattuto le mie stesse battaglie, quelle che mi hanno fatto sentire così solo e io per questo li volevo vicino. A scuola ognuno portava il proprio universo sotto forma di foto tra le pagine del diario e per me quella foto era un’immagine di noi quattro in piedi che sorridevamo sotto un albero che ci riparava dal sole. Prima che arrivassero loro avevo tante cose dentro che analizzavo in silenzio escludendo gli altri. Mi convincevo che sarei riuscito a resistere senza nessuno. Non mi importava che qualcun altro mi capisse. Chiuso nel mio mondo era tutto più rassicurante. Con il tempo mi stavo costruendo attorno un muro, io che non volevo essere il più forte perché ci sarebbero state troppe aspettative e nemmeno il più debole perché non ci sarebbe stato nessuno ad aspettarmi. Allontanarsi da tutto perché qualcuno, anche tua madre, ti ha deluso non è mai la giusta soluzione. Non è mai giusto finire se stessi, privarsi del domani, qualunque peso tu abbia dovuto sopportare. Non è giusto allontanare chi è disposto anche solo ad ascoltarti, fingere di amare una condizione che ti è stata imposta dalla vita, da chi ha deciso di non esserci. Non è mai giusto avere sempre il sorriso di chi non ha bisogno di niente quando dentro si piange.
Ph @gaiabey
un’altra bellissima esperienza.
Grazie paola e fabio.
Grazie davvero.
un’altra bellissima esperienza.
Grazie paola e fabio.
Grazie davvero.