Quella nelle foto è la casa di Luigi Serafini, autore del celeberrimo Codex Seraphinianus, testo fondamentale per tutti i patafisici del mondo e mia personale ossessione da anni. Immaginavo di varcare la soglia di un mondo impossibile e per questo reale, ma non credevo che sarebbe stato tutto finalmente tangibile: la fantasia, la creatività, la visione, l’ispirazione, tutto chiaro e coerente in uno spazio assurdo e familiare. L’arte fa una cosa che nessuna altra invenzione umana fa, mette insieme mondi che non sono nati per parlarsi. Serafini abita – vive in, rende vivo – un luogo in cui i cerbiatti sono placidamente arrampicati sulle librerie, in cui le farfalle volano in cerchio nei salotti, in cui pesci rossi indicano l’ora oceanica mentre coccodrilli di uova sonnecchiano sui tappeti, e racconta storie possibili e surreali, improbabili e accadute. Ora questa casa, mondo ritratto e manifesto, rischia di scomparire perché la proprietà ha deciso di liberare il palazzo, mettendo in pericolo l’opera infinita di sculture, disegni, dipinti, mobili e idee che Luigi Serafini in tanti anni di vita e attività ha creato tra quelle mura. In un paese che concede dignità di opera d’arte da conservare a qualunque frammento di archeologia, in una Roma cartolina impolverata e per sempre imperiale, rischiamo tutti di perdere un approdo al meraviglioso e, nonostante la familiarità con l’incomprensibile di cui stiamo parlando, questo non ha senso. Deve esserci un cavillo legislativo, una mobilitazione culturale e accademica, deve aprirsi una tavola rotonda istituzionale per tutelare quel patrimonio. Ho ragionato su pesci scopa, su uccelli da una piuma sola, su macchine che fabbricano arcobaleni grazie all’ingegno poetico di Luigi Serafini, ma che si rinunci a proteggere tutto questo mi riesce impossibile da credere.
La patafisica è la scienza delle soluzioni immaginarie, troviamone una ora, insieme e presto.
Grazie a @luigiserafini.official per avermi accolta, per le chiacchiere e la carbonara, grazie a @edoardo.pepino per aver realizzato un mio piccolo gigantesco sogno.
Quella nelle foto è la casa di Luigi Serafini, autore del celeberrimo Codex Seraphinianus, testo fondamentale per tutti i patafisici del mondo e mia personale ossessione da anni. Immaginavo di varcare la soglia di un mondo impossibile e per questo reale, ma non credevo che sarebbe stato tutto finalmente tangibile: la fantasia, la creatività, la visione, l’ispirazione, tutto chiaro e coerente in uno spazio assurdo e familiare. L’arte fa una cosa che nessuna altra invenzione umana fa, mette insieme mondi che non sono nati per parlarsi. Serafini abita – vive in, rende vivo – un luogo in cui i cerbiatti sono placidamente arrampicati sulle librerie, in cui le farfalle volano in cerchio nei salotti, in cui pesci rossi indicano l’ora oceanica mentre coccodrilli di uova sonnecchiano sui tappeti, e racconta storie possibili e surreali, improbabili e accadute. Ora questa casa, mondo ritratto e manifesto, rischia di scomparire perché la proprietà ha deciso di liberare il palazzo, mettendo in pericolo l’opera infinita di sculture, disegni, dipinti, mobili e idee che Luigi Serafini in tanti anni di vita e attività ha creato tra quelle mura. In un paese che concede dignità di opera d’arte da conservare a qualunque frammento di archeologia, in una Roma cartolina impolverata e per sempre imperiale, rischiamo tutti di perdere un approdo al meraviglioso e, nonostante la familiarità con l’incomprensibile di cui stiamo parlando, questo non ha senso. Deve esserci un cavillo legislativo, una mobilitazione culturale e accademica, deve aprirsi una tavola rotonda istituzionale per tutelare quel patrimonio. Ho ragionato su pesci scopa, su uccelli da una piuma sola, su macchine che fabbricano arcobaleni grazie all’ingegno poetico di Luigi Serafini, ma che si rinunci a proteggere tutto questo mi riesce impossibile da credere.
La patafisica è la scienza delle soluzioni immaginarie, troviamone una ora, insieme e presto.
Grazie a @luigiserafini.official per avermi accolta, per le chiacchiere e la carbonara, grazie a @edoardo.pepino per aver realizzato un mio piccolo gigantesco sogno.
Quella nelle foto è la casa di Luigi Serafini, autore del celeberrimo Codex Seraphinianus, testo fondamentale per tutti i patafisici del mondo e mia personale ossessione da anni. Immaginavo di varcare la soglia di un mondo impossibile e per questo reale, ma non credevo che sarebbe stato tutto finalmente tangibile: la fantasia, la creatività, la visione, l’ispirazione, tutto chiaro e coerente in uno spazio assurdo e familiare. L’arte fa una cosa che nessuna altra invenzione umana fa, mette insieme mondi che non sono nati per parlarsi. Serafini abita – vive in, rende vivo – un luogo in cui i cerbiatti sono placidamente arrampicati sulle librerie, in cui le farfalle volano in cerchio nei salotti, in cui pesci rossi indicano l’ora oceanica mentre coccodrilli di uova sonnecchiano sui tappeti, e racconta storie possibili e surreali, improbabili e accadute. Ora questa casa, mondo ritratto e manifesto, rischia di scomparire perché la proprietà ha deciso di liberare il palazzo, mettendo in pericolo l’opera infinita di sculture, disegni, dipinti, mobili e idee che Luigi Serafini in tanti anni di vita e attività ha creato tra quelle mura. In un paese che concede dignità di opera d’arte da conservare a qualunque frammento di archeologia, in una Roma cartolina impolverata e per sempre imperiale, rischiamo tutti di perdere un approdo al meraviglioso e, nonostante la familiarità con l’incomprensibile di cui stiamo parlando, questo non ha senso. Deve esserci un cavillo legislativo, una mobilitazione culturale e accademica, deve aprirsi una tavola rotonda istituzionale per tutelare quel patrimonio. Ho ragionato su pesci scopa, su uccelli da una piuma sola, su macchine che fabbricano arcobaleni grazie all’ingegno poetico di Luigi Serafini, ma che si rinunci a proteggere tutto questo mi riesce impossibile da credere.
La patafisica è la scienza delle soluzioni immaginarie, troviamone una ora, insieme e presto.
Grazie a @luigiserafini.official per avermi accolta, per le chiacchiere e la carbonara, grazie a @edoardo.pepino per aver realizzato un mio piccolo gigantesco sogno.
Quella nelle foto è la casa di Luigi Serafini, autore del celeberrimo Codex Seraphinianus, testo fondamentale per tutti i patafisici del mondo e mia personale ossessione da anni. Immaginavo di varcare la soglia di un mondo impossibile e per questo reale, ma non credevo che sarebbe stato tutto finalmente tangibile: la fantasia, la creatività, la visione, l’ispirazione, tutto chiaro e coerente in uno spazio assurdo e familiare. L’arte fa una cosa che nessuna altra invenzione umana fa, mette insieme mondi che non sono nati per parlarsi. Serafini abita – vive in, rende vivo – un luogo in cui i cerbiatti sono placidamente arrampicati sulle librerie, in cui le farfalle volano in cerchio nei salotti, in cui pesci rossi indicano l’ora oceanica mentre coccodrilli di uova sonnecchiano sui tappeti, e racconta storie possibili e surreali, improbabili e accadute. Ora questa casa, mondo ritratto e manifesto, rischia di scomparire perché la proprietà ha deciso di liberare il palazzo, mettendo in pericolo l’opera infinita di sculture, disegni, dipinti, mobili e idee che Luigi Serafini in tanti anni di vita e attività ha creato tra quelle mura. In un paese che concede dignità di opera d’arte da conservare a qualunque frammento di archeologia, in una Roma cartolina impolverata e per sempre imperiale, rischiamo tutti di perdere un approdo al meraviglioso e, nonostante la familiarità con l’incomprensibile di cui stiamo parlando, questo non ha senso. Deve esserci un cavillo legislativo, una mobilitazione culturale e accademica, deve aprirsi una tavola rotonda istituzionale per tutelare quel patrimonio. Ho ragionato su pesci scopa, su uccelli da una piuma sola, su macchine che fabbricano arcobaleni grazie all’ingegno poetico di Luigi Serafini, ma che si rinunci a proteggere tutto questo mi riesce impossibile da credere.
La patafisica è la scienza delle soluzioni immaginarie, troviamone una ora, insieme e presto.
Grazie a @luigiserafini.official per avermi accolta, per le chiacchiere e la carbonara, grazie a @edoardo.pepino per aver realizzato un mio piccolo gigantesco sogno.
Quella nelle foto è la casa di Luigi Serafini, autore del celeberrimo Codex Seraphinianus, testo fondamentale per tutti i patafisici del mondo e mia personale ossessione da anni. Immaginavo di varcare la soglia di un mondo impossibile e per questo reale, ma non credevo che sarebbe stato tutto finalmente tangibile: la fantasia, la creatività, la visione, l’ispirazione, tutto chiaro e coerente in uno spazio assurdo e familiare. L’arte fa una cosa che nessuna altra invenzione umana fa, mette insieme mondi che non sono nati per parlarsi. Serafini abita – vive in, rende vivo – un luogo in cui i cerbiatti sono placidamente arrampicati sulle librerie, in cui le farfalle volano in cerchio nei salotti, in cui pesci rossi indicano l’ora oceanica mentre coccodrilli di uova sonnecchiano sui tappeti, e racconta storie possibili e surreali, improbabili e accadute. Ora questa casa, mondo ritratto e manifesto, rischia di scomparire perché la proprietà ha deciso di liberare il palazzo, mettendo in pericolo l’opera infinita di sculture, disegni, dipinti, mobili e idee che Luigi Serafini in tanti anni di vita e attività ha creato tra quelle mura. In un paese che concede dignità di opera d’arte da conservare a qualunque frammento di archeologia, in una Roma cartolina impolverata e per sempre imperiale, rischiamo tutti di perdere un approdo al meraviglioso e, nonostante la familiarità con l’incomprensibile di cui stiamo parlando, questo non ha senso. Deve esserci un cavillo legislativo, una mobilitazione culturale e accademica, deve aprirsi una tavola rotonda istituzionale per tutelare quel patrimonio. Ho ragionato su pesci scopa, su uccelli da una piuma sola, su macchine che fabbricano arcobaleni grazie all’ingegno poetico di Luigi Serafini, ma che si rinunci a proteggere tutto questo mi riesce impossibile da credere.
La patafisica è la scienza delle soluzioni immaginarie, troviamone una ora, insieme e presto.
Grazie a @luigiserafini.official per avermi accolta, per le chiacchiere e la carbonara, grazie a @edoardo.pepino per aver realizzato un mio piccolo gigantesco sogno.
Quella nelle foto è la casa di Luigi Serafini, autore del celeberrimo Codex Seraphinianus, testo fondamentale per tutti i patafisici del mondo e mia personale ossessione da anni. Immaginavo di varcare la soglia di un mondo impossibile e per questo reale, ma non credevo che sarebbe stato tutto finalmente tangibile: la fantasia, la creatività, la visione, l’ispirazione, tutto chiaro e coerente in uno spazio assurdo e familiare. L’arte fa una cosa che nessuna altra invenzione umana fa, mette insieme mondi che non sono nati per parlarsi. Serafini abita – vive in, rende vivo – un luogo in cui i cerbiatti sono placidamente arrampicati sulle librerie, in cui le farfalle volano in cerchio nei salotti, in cui pesci rossi indicano l’ora oceanica mentre coccodrilli di uova sonnecchiano sui tappeti, e racconta storie possibili e surreali, improbabili e accadute. Ora questa casa, mondo ritratto e manifesto, rischia di scomparire perché la proprietà ha deciso di liberare il palazzo, mettendo in pericolo l’opera infinita di sculture, disegni, dipinti, mobili e idee che Luigi Serafini in tanti anni di vita e attività ha creato tra quelle mura. In un paese che concede dignità di opera d’arte da conservare a qualunque frammento di archeologia, in una Roma cartolina impolverata e per sempre imperiale, rischiamo tutti di perdere un approdo al meraviglioso e, nonostante la familiarità con l’incomprensibile di cui stiamo parlando, questo non ha senso. Deve esserci un cavillo legislativo, una mobilitazione culturale e accademica, deve aprirsi una tavola rotonda istituzionale per tutelare quel patrimonio. Ho ragionato su pesci scopa, su uccelli da una piuma sola, su macchine che fabbricano arcobaleni grazie all’ingegno poetico di Luigi Serafini, ma che si rinunci a proteggere tutto questo mi riesce impossibile da credere.
La patafisica è la scienza delle soluzioni immaginarie, troviamone una ora, insieme e presto.
Grazie a @luigiserafini.official per avermi accolta, per le chiacchiere e la carbonara, grazie a @edoardo.pepino per aver realizzato un mio piccolo gigantesco sogno.
Quella nelle foto è la casa di Luigi Serafini, autore del celeberrimo Codex Seraphinianus, testo fondamentale per tutti i patafisici del mondo e mia personale ossessione da anni. Immaginavo di varcare la soglia di un mondo impossibile e per questo reale, ma non credevo che sarebbe stato tutto finalmente tangibile: la fantasia, la creatività, la visione, l’ispirazione, tutto chiaro e coerente in uno spazio assurdo e familiare. L’arte fa una cosa che nessuna altra invenzione umana fa, mette insieme mondi che non sono nati per parlarsi. Serafini abita – vive in, rende vivo – un luogo in cui i cerbiatti sono placidamente arrampicati sulle librerie, in cui le farfalle volano in cerchio nei salotti, in cui pesci rossi indicano l’ora oceanica mentre coccodrilli di uova sonnecchiano sui tappeti, e racconta storie possibili e surreali, improbabili e accadute. Ora questa casa, mondo ritratto e manifesto, rischia di scomparire perché la proprietà ha deciso di liberare il palazzo, mettendo in pericolo l’opera infinita di sculture, disegni, dipinti, mobili e idee che Luigi Serafini in tanti anni di vita e attività ha creato tra quelle mura. In un paese che concede dignità di opera d’arte da conservare a qualunque frammento di archeologia, in una Roma cartolina impolverata e per sempre imperiale, rischiamo tutti di perdere un approdo al meraviglioso e, nonostante la familiarità con l’incomprensibile di cui stiamo parlando, questo non ha senso. Deve esserci un cavillo legislativo, una mobilitazione culturale e accademica, deve aprirsi una tavola rotonda istituzionale per tutelare quel patrimonio. Ho ragionato su pesci scopa, su uccelli da una piuma sola, su macchine che fabbricano arcobaleni grazie all’ingegno poetico di Luigi Serafini, ma che si rinunci a proteggere tutto questo mi riesce impossibile da credere.
La patafisica è la scienza delle soluzioni immaginarie, troviamone una ora, insieme e presto.
Grazie a @luigiserafini.official per avermi accolta, per le chiacchiere e la carbonara, grazie a @edoardo.pepino per aver realizzato un mio piccolo gigantesco sogno.
Quella nelle foto è la casa di Luigi Serafini, autore del celeberrimo Codex Seraphinianus, testo fondamentale per tutti i patafisici del mondo e mia personale ossessione da anni. Immaginavo di varcare la soglia di un mondo impossibile e per questo reale, ma non credevo che sarebbe stato tutto finalmente tangibile: la fantasia, la creatività, la visione, l’ispirazione, tutto chiaro e coerente in uno spazio assurdo e familiare. L’arte fa una cosa che nessuna altra invenzione umana fa, mette insieme mondi che non sono nati per parlarsi. Serafini abita – vive in, rende vivo – un luogo in cui i cerbiatti sono placidamente arrampicati sulle librerie, in cui le farfalle volano in cerchio nei salotti, in cui pesci rossi indicano l’ora oceanica mentre coccodrilli di uova sonnecchiano sui tappeti, e racconta storie possibili e surreali, improbabili e accadute. Ora questa casa, mondo ritratto e manifesto, rischia di scomparire perché la proprietà ha deciso di liberare il palazzo, mettendo in pericolo l’opera infinita di sculture, disegni, dipinti, mobili e idee che Luigi Serafini in tanti anni di vita e attività ha creato tra quelle mura. In un paese che concede dignità di opera d’arte da conservare a qualunque frammento di archeologia, in una Roma cartolina impolverata e per sempre imperiale, rischiamo tutti di perdere un approdo al meraviglioso e, nonostante la familiarità con l’incomprensibile di cui stiamo parlando, questo non ha senso. Deve esserci un cavillo legislativo, una mobilitazione culturale e accademica, deve aprirsi una tavola rotonda istituzionale per tutelare quel patrimonio. Ho ragionato su pesci scopa, su uccelli da una piuma sola, su macchine che fabbricano arcobaleni grazie all’ingegno poetico di Luigi Serafini, ma che si rinunci a proteggere tutto questo mi riesce impossibile da credere.
La patafisica è la scienza delle soluzioni immaginarie, troviamone una ora, insieme e presto.
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La patafisica è la scienza delle soluzioni immaginarie, troviamone una ora, insieme e presto.
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Si sta come le lepri di marmo con gli aghi in fronte #ottobre
Si sta come le lepri di marmo con gli aghi in fronte #ottobre
Si sta come le lepri di marmo con gli aghi in fronte #ottobre
Si sta come le lepri di marmo con gli aghi in fronte #ottobre
Si sta come le lepri di marmo con gli aghi in fronte #ottobre
A Londra ho sempre la sensazione che il sole sorga e tramonti almeno quattro o cinque volte al giorno, che il ritmo vitale sia diverso, che esista un altro fuso orario interiore forse perché il cielo cambia ogni dieci minuti o perché c’è traffico, anche alle tre di notte. Ogni volta che torno trovo un pezzetto in più, forse è di questi mattoncini di meraviglia che sono fatte le case ♥️
(Ps: Grazie @nhowlondon @nhow per l’ospitalità #supplied #changenhow) London, UK
A Londra ho sempre la sensazione che il sole sorga e tramonti almeno quattro o cinque volte al giorno, che il ritmo vitale sia diverso, che esista un altro fuso orario interiore forse perché il cielo cambia ogni dieci minuti o perché c’è traffico, anche alle tre di notte. Ogni volta che torno trovo un pezzetto in più, forse è di questi mattoncini di meraviglia che sono fatte le case ♥️
(Ps: Grazie @nhowlondon @nhow per l’ospitalità #supplied #changenhow) London, UK
A Londra ho sempre la sensazione che il sole sorga e tramonti almeno quattro o cinque volte al giorno, che il ritmo vitale sia diverso, che esista un altro fuso orario interiore forse perché il cielo cambia ogni dieci minuti o perché c’è traffico, anche alle tre di notte. Ogni volta che torno trovo un pezzetto in più, forse è di questi mattoncini di meraviglia che sono fatte le case ♥️
(Ps: Grazie @nhowlondon @nhow per l’ospitalità #supplied #changenhow) London, UK
A Londra ho sempre la sensazione che il sole sorga e tramonti almeno quattro o cinque volte al giorno, che il ritmo vitale sia diverso, che esista un altro fuso orario interiore forse perché il cielo cambia ogni dieci minuti o perché c’è traffico, anche alle tre di notte. Ogni volta che torno trovo un pezzetto in più, forse è di questi mattoncini di meraviglia che sono fatte le case ♥️
(Ps: Grazie @nhowlondon @nhow per l’ospitalità #supplied #changenhow) London, UK
A Londra ho sempre la sensazione che il sole sorga e tramonti almeno quattro o cinque volte al giorno, che il ritmo vitale sia diverso, che esista un altro fuso orario interiore forse perché il cielo cambia ogni dieci minuti o perché c’è traffico, anche alle tre di notte. Ogni volta che torno trovo un pezzetto in più, forse è di questi mattoncini di meraviglia che sono fatte le case ♥️
(Ps: Grazie @nhowlondon @nhow per l’ospitalità #supplied #changenhow) London, UK
A Londra ho sempre la sensazione che il sole sorga e tramonti almeno quattro o cinque volte al giorno, che il ritmo vitale sia diverso, che esista un altro fuso orario interiore forse perché il cielo cambia ogni dieci minuti o perché c’è traffico, anche alle tre di notte. Ogni volta che torno trovo un pezzetto in più, forse è di questi mattoncini di meraviglia che sono fatte le case ♥️
(Ps: Grazie @nhowlondon @nhow per l’ospitalità #supplied #changenhow) London, UK
A Londra ho sempre la sensazione che il sole sorga e tramonti almeno quattro o cinque volte al giorno, che il ritmo vitale sia diverso, che esista un altro fuso orario interiore forse perché il cielo cambia ogni dieci minuti o perché c’è traffico, anche alle tre di notte. Ogni volta che torno trovo un pezzetto in più, forse è di questi mattoncini di meraviglia che sono fatte le case ♥️
(Ps: Grazie @nhowlondon @nhow per l’ospitalità #supplied #changenhow) London, UK