31/12/2023 – 1/1/2024 Dodici ore, dalle cinque alle cinque in bellezza ♥️ Grazie Torino, è stato bellissimo ✨ Outfit @gentile_milano @thefrankieshop @tela9official @gianvitorossi Diadema @demetra.milano Styling @la_sara_kane del mio cuore, e un grazie speciale a @verygentile @mirca.accorsi @around.studio
31/12/2023 – 1/1/2024 Dodici ore, dalle cinque alle cinque in bellezza ♥️ Grazie Torino, è stato bellissimo ✨ Outfit @gentile_milano @thefrankieshop @tela9official @gianvitorossi Diadema @demetra.milano Styling @la_sara_kane del mio cuore, e un grazie speciale a @verygentile @mirca.accorsi @around.studio
31/12/2023 – 1/1/2024 Dodici ore, dalle cinque alle cinque in bellezza ♥️ Grazie Torino, è stato bellissimo ✨ Outfit @gentile_milano @thefrankieshop @tela9official @gianvitorossi Diadema @demetra.milano Styling @la_sara_kane del mio cuore, e un grazie speciale a @verygentile @mirca.accorsi @around.studio
31/12/2023 – 1/1/2024 Dodici ore, dalle cinque alle cinque in bellezza ♥️ Grazie Torino, è stato bellissimo ✨ Outfit @gentile_milano @thefrankieshop @tela9official @gianvitorossi Diadema @demetra.milano Styling @la_sara_kane del mio cuore, e un grazie speciale a @verygentile @mirca.accorsi @around.studio
31/12/2023 – 1/1/2024 Dodici ore, dalle cinque alle cinque in bellezza ♥️ Grazie Torino, è stato bellissimo ✨ Outfit @gentile_milano @thefrankieshop @tela9official @gianvitorossi Diadema @demetra.milano Styling @la_sara_kane del mio cuore, e un grazie speciale a @verygentile @mirca.accorsi @around.studio
*Leagendine ovvero il “me lo segno” più amorevole del 2024 e oltre ♥️ Abbiamo costruito questo progetto da un’idea di @she.lab insieme a @martinapinto @valeria_de_chiara @cucinare_stanca, con le splendide copertine illustrate da @michelapicchi, e lo abbiamo realizzato con l’aiuto di @varsi_artlab e @teetalygram. La mia dura un anno, quella delle mie amiche è senza data, potete pensarle separate o in abbinamento, e spero possiate usarle per le cose belle che arriveranno e che riusciremo a creare per noi, per tutte e tutti. Vi lascio il link per acquistarle nelle stories e un grazie grande come il mondo per chi le ha già scelte come regalo di Natale per sé o per qualcuno che ama 🤶🏻✨🫶🏻 Le foto, stupende, sono di quel mito di @ornella.mercier
Nel 2023 è andato tutto male ed è andato tutto bene. Auguri a tutti e tutte, c’è una fortuna da coltivare per ognuno di noi ♥️
Buon Natale, come va va ♥️
Buon Natale, come va va ♥️
Buon Natale, come va va ♥️
Buon Natale, come va va ♥️
Buon Natale, come va va ♥️
Buon Natale, come va va ♥️
Buon Natale, come va va ♥️
Buon Natale, come va va ♥️
Buon Natale, come va va ♥️
Buon Natale, come va va ♥️
Nell’ultima stanza di @palazzomaffeiverona c’è una frase di Pablo Picasso che dice “Non c’è passato né futuro in arte. Se un’opera d’arte non può vivere sempre nel presente, non se ne deve assolutamente tenere conto”. Arriva come coronamento di un percorso che ha nella meraviglia la sua ragione d’essere, come nei mondi fantastici, quando si sovvertono le regole di logica, di tempo, di spazio. E succede allora che un trittico del Trecento parli con i Concetti spaziali del 1964, che la maternità grezza pietrosa di Arturo Martini si connetta alle Vergini con bambino attraverso i secoli, che una plastica bruciata di Burri e una scena di battaglia di Antonio Calza sembrino fatte della stessa sostanza della guerra, che si possa entrare nei neri di Magritte come se fossero la summa di tutte le ombre dell’umanità, che dei buchi su una tela e le statue di madonne e monachelle siano insieme -e sottolineo insieme – il racconto della sacralità, della trascendenza, della ricerca tutta umana di un al di là che ci ossessiona tutti, da sempre e per sempre. E succede che si torna alla prima sala, dove un neon blu dice che esistono (e servono) nuovi orizzonti per altre visioni e anche nuove visioni per altri orizzonti, ed è questo il segreto di una wunderkammer come Palazzo Maffei, dove con fiducia da rabdomante Luigi Carlon ha radunato bellezza, potenza, valore e arte, e li ha poi restituiti alla sua città, e per estensione al mondo.
Visione e orizzonti. Esiste oggi qualcosa di più prezioso?
#PalazzoMaffei #PalazzoMaffeiCasaMuseo #adv Palazzo Maffei Verona
Nell’ultima stanza di @palazzomaffeiverona c’è una frase di Pablo Picasso che dice “Non c’è passato né futuro in arte. Se un’opera d’arte non può vivere sempre nel presente, non se ne deve assolutamente tenere conto”. Arriva come coronamento di un percorso che ha nella meraviglia la sua ragione d’essere, come nei mondi fantastici, quando si sovvertono le regole di logica, di tempo, di spazio. E succede allora che un trittico del Trecento parli con i Concetti spaziali del 1964, che la maternità grezza pietrosa di Arturo Martini si connetta alle Vergini con bambino attraverso i secoli, che una plastica bruciata di Burri e una scena di battaglia di Antonio Calza sembrino fatte della stessa sostanza della guerra, che si possa entrare nei neri di Magritte come se fossero la summa di tutte le ombre dell’umanità, che dei buchi su una tela e le statue di madonne e monachelle siano insieme -e sottolineo insieme – il racconto della sacralità, della trascendenza, della ricerca tutta umana di un al di là che ci ossessiona tutti, da sempre e per sempre. E succede che si torna alla prima sala, dove un neon blu dice che esistono (e servono) nuovi orizzonti per altre visioni e anche nuove visioni per altri orizzonti, ed è questo il segreto di una wunderkammer come Palazzo Maffei, dove con fiducia da rabdomante Luigi Carlon ha radunato bellezza, potenza, valore e arte, e li ha poi restituiti alla sua città, e per estensione al mondo.
Visione e orizzonti. Esiste oggi qualcosa di più prezioso?
#PalazzoMaffei #PalazzoMaffeiCasaMuseo #adv Palazzo Maffei Verona
Nell’ultima stanza di @palazzomaffeiverona c’è una frase di Pablo Picasso che dice “Non c’è passato né futuro in arte. Se un’opera d’arte non può vivere sempre nel presente, non se ne deve assolutamente tenere conto”. Arriva come coronamento di un percorso che ha nella meraviglia la sua ragione d’essere, come nei mondi fantastici, quando si sovvertono le regole di logica, di tempo, di spazio. E succede allora che un trittico del Trecento parli con i Concetti spaziali del 1964, che la maternità grezza pietrosa di Arturo Martini si connetta alle Vergini con bambino attraverso i secoli, che una plastica bruciata di Burri e una scena di battaglia di Antonio Calza sembrino fatte della stessa sostanza della guerra, che si possa entrare nei neri di Magritte come se fossero la summa di tutte le ombre dell’umanità, che dei buchi su una tela e le statue di madonne e monachelle siano insieme -e sottolineo insieme – il racconto della sacralità, della trascendenza, della ricerca tutta umana di un al di là che ci ossessiona tutti, da sempre e per sempre. E succede che si torna alla prima sala, dove un neon blu dice che esistono (e servono) nuovi orizzonti per altre visioni e anche nuove visioni per altri orizzonti, ed è questo il segreto di una wunderkammer come Palazzo Maffei, dove con fiducia da rabdomante Luigi Carlon ha radunato bellezza, potenza, valore e arte, e li ha poi restituiti alla sua città, e per estensione al mondo.
Visione e orizzonti. Esiste oggi qualcosa di più prezioso?
#PalazzoMaffei #PalazzoMaffeiCasaMuseo #adv Palazzo Maffei Verona
Nell’ultima stanza di @palazzomaffeiverona c’è una frase di Pablo Picasso che dice “Non c’è passato né futuro in arte. Se un’opera d’arte non può vivere sempre nel presente, non se ne deve assolutamente tenere conto”. Arriva come coronamento di un percorso che ha nella meraviglia la sua ragione d’essere, come nei mondi fantastici, quando si sovvertono le regole di logica, di tempo, di spazio. E succede allora che un trittico del Trecento parli con i Concetti spaziali del 1964, che la maternità grezza pietrosa di Arturo Martini si connetta alle Vergini con bambino attraverso i secoli, che una plastica bruciata di Burri e una scena di battaglia di Antonio Calza sembrino fatte della stessa sostanza della guerra, che si possa entrare nei neri di Magritte come se fossero la summa di tutte le ombre dell’umanità, che dei buchi su una tela e le statue di madonne e monachelle siano insieme -e sottolineo insieme – il racconto della sacralità, della trascendenza, della ricerca tutta umana di un al di là che ci ossessiona tutti, da sempre e per sempre. E succede che si torna alla prima sala, dove un neon blu dice che esistono (e servono) nuovi orizzonti per altre visioni e anche nuove visioni per altri orizzonti, ed è questo il segreto di una wunderkammer come Palazzo Maffei, dove con fiducia da rabdomante Luigi Carlon ha radunato bellezza, potenza, valore e arte, e li ha poi restituiti alla sua città, e per estensione al mondo.
Visione e orizzonti. Esiste oggi qualcosa di più prezioso?
#PalazzoMaffei #PalazzoMaffeiCasaMuseo #adv Palazzo Maffei Verona
Nell’ultima stanza di @palazzomaffeiverona c’è una frase di Pablo Picasso che dice “Non c’è passato né futuro in arte. Se un’opera d’arte non può vivere sempre nel presente, non se ne deve assolutamente tenere conto”. Arriva come coronamento di un percorso che ha nella meraviglia la sua ragione d’essere, come nei mondi fantastici, quando si sovvertono le regole di logica, di tempo, di spazio. E succede allora che un trittico del Trecento parli con i Concetti spaziali del 1964, che la maternità grezza pietrosa di Arturo Martini si connetta alle Vergini con bambino attraverso i secoli, che una plastica bruciata di Burri e una scena di battaglia di Antonio Calza sembrino fatte della stessa sostanza della guerra, che si possa entrare nei neri di Magritte come se fossero la summa di tutte le ombre dell’umanità, che dei buchi su una tela e le statue di madonne e monachelle siano insieme -e sottolineo insieme – il racconto della sacralità, della trascendenza, della ricerca tutta umana di un al di là che ci ossessiona tutti, da sempre e per sempre. E succede che si torna alla prima sala, dove un neon blu dice che esistono (e servono) nuovi orizzonti per altre visioni e anche nuove visioni per altri orizzonti, ed è questo il segreto di una wunderkammer come Palazzo Maffei, dove con fiducia da rabdomante Luigi Carlon ha radunato bellezza, potenza, valore e arte, e li ha poi restituiti alla sua città, e per estensione al mondo.
Visione e orizzonti. Esiste oggi qualcosa di più prezioso?
#PalazzoMaffei #PalazzoMaffeiCasaMuseo #adv Palazzo Maffei Verona
Nell’ultima stanza di @palazzomaffeiverona c’è una frase di Pablo Picasso che dice “Non c’è passato né futuro in arte. Se un’opera d’arte non può vivere sempre nel presente, non se ne deve assolutamente tenere conto”. Arriva come coronamento di un percorso che ha nella meraviglia la sua ragione d’essere, come nei mondi fantastici, quando si sovvertono le regole di logica, di tempo, di spazio. E succede allora che un trittico del Trecento parli con i Concetti spaziali del 1964, che la maternità grezza pietrosa di Arturo Martini si connetta alle Vergini con bambino attraverso i secoli, che una plastica bruciata di Burri e una scena di battaglia di Antonio Calza sembrino fatte della stessa sostanza della guerra, che si possa entrare nei neri di Magritte come se fossero la summa di tutte le ombre dell’umanità, che dei buchi su una tela e le statue di madonne e monachelle siano insieme -e sottolineo insieme – il racconto della sacralità, della trascendenza, della ricerca tutta umana di un al di là che ci ossessiona tutti, da sempre e per sempre. E succede che si torna alla prima sala, dove un neon blu dice che esistono (e servono) nuovi orizzonti per altre visioni e anche nuove visioni per altri orizzonti, ed è questo il segreto di una wunderkammer come Palazzo Maffei, dove con fiducia da rabdomante Luigi Carlon ha radunato bellezza, potenza, valore e arte, e li ha poi restituiti alla sua città, e per estensione al mondo.
Visione e orizzonti. Esiste oggi qualcosa di più prezioso?
#PalazzoMaffei #PalazzoMaffeiCasaMuseo #adv Palazzo Maffei Verona
Nell’ultima stanza di @palazzomaffeiverona c’è una frase di Pablo Picasso che dice “Non c’è passato né futuro in arte. Se un’opera d’arte non può vivere sempre nel presente, non se ne deve assolutamente tenere conto”. Arriva come coronamento di un percorso che ha nella meraviglia la sua ragione d’essere, come nei mondi fantastici, quando si sovvertono le regole di logica, di tempo, di spazio. E succede allora che un trittico del Trecento parli con i Concetti spaziali del 1964, che la maternità grezza pietrosa di Arturo Martini si connetta alle Vergini con bambino attraverso i secoli, che una plastica bruciata di Burri e una scena di battaglia di Antonio Calza sembrino fatte della stessa sostanza della guerra, che si possa entrare nei neri di Magritte come se fossero la summa di tutte le ombre dell’umanità, che dei buchi su una tela e le statue di madonne e monachelle siano insieme -e sottolineo insieme – il racconto della sacralità, della trascendenza, della ricerca tutta umana di un al di là che ci ossessiona tutti, da sempre e per sempre. E succede che si torna alla prima sala, dove un neon blu dice che esistono (e servono) nuovi orizzonti per altre visioni e anche nuove visioni per altri orizzonti, ed è questo il segreto di una wunderkammer come Palazzo Maffei, dove con fiducia da rabdomante Luigi Carlon ha radunato bellezza, potenza, valore e arte, e li ha poi restituiti alla sua città, e per estensione al mondo.
Visione e orizzonti. Esiste oggi qualcosa di più prezioso?
#PalazzoMaffei #PalazzoMaffeiCasaMuseo #adv Palazzo Maffei Verona