Home Actress Chiara Francini HD Instagram Photos and Wallpapers May 2024 Chiara Francini Instagram - 🦋 Tratto dalla seconda puntata di “Forte e Chiara” “I bambini e la musica sono ottimi amici, da sempre. In questo tempo brutto dobbiamo ricordarci che parlare col sorriso delle nostre infanzie è una fortuna, perché ci sono - e ci sono stati posti - dove i bambini non si salvano. E a me viene in mente un luogo, pieno di musica bambini. Quel luogo si chiama Terezín. La città, oggi, si trova in Repubblica Ceca, ma dal 1941 fino al 1945, fu un campo di concentramento. Il ghetto di Terezín, fu un luogo unico e miracoloso per due motivi: era pieno di bambini e d’arte. Friedl Brandeis era una ragazza che divenne la maestra di quei bambini. A Terèzin vennero ammassati i migliori artisti dell’epoca: Hans Krása, Gideon Klein, Rafael Schächter, per citarne alcuni. Terezín è stato un mondo folle, costruito da quella orrifica macchina che fu la propaganda nazista. Doveva apparire un ghetto sano, vitale, popolato da ospiti a cui era garantita una vita dignitosa. La Croce Rossa venne a controllare. Alla vigilia dell’arrivo della delegazione, per salvaguardare l’estetica, 7500 prigionieri vennero ritenuti impresentabili: erano troppi, troppo denutriti. Dissero. Vennero mandati ad Auschwitz a morire. Friedl, la maestra, ripeteva spesso ai suoi bambini: “Potete costruire i castelli con la fantasia e ricreare il vostro mondo interiore anche con materiali più poveri: le matite, i mozziconi di pastelli colorati, la carta da pacco. Perché, ricordate: i fiori nascono anche dai fili di cotone.” I deportati che transitarono a Terezín furono più di 140.000: di questi, circa 33.000 morirono e altri 88.000 furono deportati nei campi di sterminio. 15.000 erano bambini. Ne sopravvissero meno di duecento. Friedl, però, era riuscita a nascondere in una valigia i loro disegni, li aveva catalogati con nome e data. Erano le loro farfalle, i fiori e le loro paure. Quegli adulti avevano regalato un’infanzia che aveva fatto disegnare quei bambini. Terezín coi suoi piccoli e la sua musica fu una matita spezzata che ancora colora d’arcobaleno. E per sempre. A posteriori il ghetto venne anche chiamato “Repubblica delle farfalle”. Ecco, oggi io penso a questo. Alle farfalle. #forteechiara

Chiara Francini Instagram – 🦋 Tratto dalla seconda puntata di “Forte e Chiara” “I bambini e la musica sono ottimi amici, da sempre. In questo tempo brutto dobbiamo ricordarci che parlare col sorriso delle nostre infanzie è una fortuna, perchĂ© ci sono – e ci sono stati posti – dove i bambini non si salvano. E a me viene in mente un luogo, pieno di musica bambini. Quel luogo si chiama TerezĂ­n. La cittĂ , oggi, si trova in Repubblica Ceca, ma dal 1941 fino al 1945, fu un campo di concentramento. Il ghetto di TerezĂ­n, fu un luogo unico e miracoloso per due motivi: era pieno di bambini e d’arte. Friedl Brandeis era una ragazza che divenne la maestra di quei bambini. A Terèzin vennero ammassati i migliori artisti dell’epoca: Hans Krása, Gideon Klein, Rafael Schächter, per citarne alcuni. TerezĂ­n è stato un mondo folle, costruito da quella orrifica macchina che fu la propaganda nazista. Doveva apparire un ghetto sano, vitale, popolato da ospiti a cui era garantita una vita dignitosa. La Croce Rossa venne a controllare. Alla vigilia dell’arrivo della delegazione, per salvaguardare l’estetica, 7500 prigionieri vennero ritenuti impresentabili: erano troppi, troppo denutriti. Dissero. Vennero mandati ad Auschwitz a morire. Friedl, la maestra, ripeteva spesso ai suoi bambini: “Potete costruire i castelli con la fantasia e ricreare il vostro mondo interiore anche con materiali piĂą poveri: le matite, i mozziconi di pastelli colorati, la carta da pacco. PerchĂ©, ricordate: i fiori nascono anche dai fili di cotone.” I deportati che transitarono a TerezĂ­n furono piĂą di 140.000: di questi, circa 33.000 morirono e altri 88.000 furono deportati nei campi di sterminio. 15.000 erano bambini. Ne sopravvissero meno di duecento. Friedl, però, era riuscita a nascondere in una valigia i loro disegni, li aveva catalogati con nome e data. Erano le loro farfalle, i fiori e le loro paure. Quegli adulti avevano regalato un’infanzia che aveva fatto disegnare quei bambini. TerezĂ­n coi suoi piccoli e la sua musica fu una matita spezzata che ancora colora d’arcobaleno. E per sempre. A posteriori il ghetto venne anche chiamato “Repubblica delle farfalle”. Ecco, oggi io penso a questo. Alle farfalle. #forteechiara

Chiara Francini Instagram - 🦋 Tratto dalla seconda puntata di “Forte e Chiara” “I bambini e la musica sono ottimi amici, da sempre. In questo tempo brutto dobbiamo ricordarci che parlare col sorriso delle nostre infanzie è una fortuna, perché ci sono - e ci sono stati posti - dove i bambini non si salvano. E a me viene in mente un luogo, pieno di musica bambini. Quel luogo si chiama Terezín. La città, oggi, si trova in Repubblica Ceca, ma dal 1941 fino al 1945, fu un campo di concentramento. Il ghetto di Terezín, fu un luogo unico e miracoloso per due motivi: era pieno di bambini e d’arte. Friedl Brandeis era una ragazza che divenne la maestra di quei bambini. A Terèzin vennero ammassati i migliori artisti dell’epoca: Hans Krása, Gideon Klein, Rafael Schächter, per citarne alcuni. Terezín è stato un mondo folle, costruito da quella orrifica macchina che fu la propaganda nazista. Doveva apparire un ghetto sano, vitale, popolato da ospiti a cui era garantita una vita dignitosa. La Croce Rossa venne a controllare. Alla vigilia dell’arrivo della delegazione, per salvaguardare l’estetica, 7500 prigionieri vennero ritenuti impresentabili: erano troppi, troppo denutriti. Dissero. Vennero mandati ad Auschwitz a morire. Friedl, la maestra, ripeteva spesso ai suoi bambini: “Potete costruire i castelli con la fantasia e ricreare il vostro mondo interiore anche con materiali più poveri: le matite, i mozziconi di pastelli colorati, la carta da pacco. Perché, ricordate: i fiori nascono anche dai fili di cotone.” I deportati che transitarono a Terezín furono più di 140.000: di questi, circa 33.000 morirono e altri 88.000 furono deportati nei campi di sterminio. 15.000 erano bambini. Ne sopravvissero meno di duecento. Friedl, però, era riuscita a nascondere in una valigia i loro disegni, li aveva catalogati con nome e data. Erano le loro farfalle, i fiori e le loro paure. Quegli adulti avevano regalato un’infanzia che aveva fatto disegnare quei bambini. Terezín coi suoi piccoli e la sua musica fu una matita spezzata che ancora colora d’arcobaleno. E per sempre. A posteriori il ghetto venne anche chiamato “Repubblica delle farfalle”. Ecco, oggi io penso a questo. Alle farfalle. #forteechiara

Chiara Francini Instagram – 🦋 Tratto dalla seconda puntata di “Forte e Chiara”

“I bambini e la musica sono ottimi amici, da sempre. In questo tempo brutto dobbiamo ricordarci che parlare col sorriso delle nostre infanzie è una fortuna, perchĂ© ci sono – e ci sono stati posti – dove i bambini non si salvano.
E a me viene in mente un luogo, pieno di musica bambini. Quel luogo si chiama TerezĂ­n.
La cittĂ , oggi, si trova in Repubblica Ceca, ma dal 1941 fino al 1945, fu un campo di concentramento.
Il ghetto di Terezín, fu un luogo unico e miracoloso per due motivi: era pieno di bambini e d’arte.
Friedl Brandeis era una ragazza che divenne la maestra di quei bambini.
A Terèzin vennero ammassati i migliori artisti dell’epoca: Hans Krása, Gideon Klein, Rafael Schächter, per citarne alcuni.
Terezín è stato un mondo folle, costruito da quella orrifica macchina che fu la propaganda nazista. Doveva apparire un ghetto sano, vitale, popolato da ospiti a cui era garantita una vita dignitosa.
La Croce Rossa venne a controllare. Alla vigilia dell’arrivo della delegazione, per salvaguardare l’estetica, 7500 prigionieri vennero ritenuti impresentabili: erano troppi, troppo denutriti. Dissero.
Vennero mandati ad Auschwitz a morire.
Friedl, la maestra, ripeteva spesso ai suoi bambini: “Potete costruire i castelli con la fantasia e ricreare il vostro mondo interiore anche con materiali più poveri: le matite, i mozziconi di pastelli colorati, la carta da pacco. Perché, ricordate: i fiori nascono anche dai fili di cotone.”
I deportati che transitarono a TerezĂ­n furono piĂą di 140.000: di questi, circa 33.000 morirono e altri 88.000 furono deportati nei campi di sterminio.
15.000 erano bambini.
Ne sopravvissero meno di duecento.
Friedl, però, era riuscita a nascondere in una valigia i loro disegni, li aveva catalogati con nome e data.
Erano le loro farfalle, i fiori e le loro paure. Quegli adulti avevano regalato un’infanzia che aveva fatto disegnare quei bambini.
Terezín coi suoi piccoli e la sua musica fu una matita spezzata che ancora colora d’arcobaleno.
E per sempre.
A posteriori il ghetto venne anche chiamato “Repubblica delle farfalle”.
Ecco, oggi io penso a questo.
Alle farfalle.

#forteechiara | Posted on 18/Apr/2024 18:28:52

Chiara Francini Instagram – ❤️FORTE E CHIARA, STASERA ORE 21,30 Raiuno!! VI VOGLIO PRONTI.
VI ASPETTO. In diretta. TUTTI INSIEME
Puntata POTENTE: Mara Venier, Rocco Siffredi, Giovanna Botteri, Diletta Leotta, Massimo Lopez e Tullio Solenghi, Paola Iezzi, Andreas Muller, Silvana della Magliana, Perla, Rollone.. le mie amiche di paese, mamma e un mio monologo a cui tengo molto e spero resterĂ  con voi. 

VI ASPETTO. In diretta. TUTTI INSIEME. 

#forteechiara
Chiara Francini Instagram – Signore, signori e tutto quello che sta nel mezzo, non ci siamo andati piano. Scusateci se siamo stati troppo forti, come un gintonic senza tonic. 
Con Forte e Chiara abbiamo provato a mettere assieme in uno stesso show Cardinali e inviati di guerra, cliché sulle donne e pornostar, balletti con le piume e storie di bambini in un campo di concentramento, canzoni dei cartoni animati e Drag queen. 
Forse ho esagerato. Ma il rischio comprende una dose di coraggio. Chiudiamo qui, con una schitarrata ben impiumata. Prendiamola come una dieta: invece di una taglia in meno una puntata in meno. Ma anche se più sottili, la gioia, la passione, la voglia di raccontare continueranno a imboccarci con grandi cucchiaiate! Ringrazio tutti quelli che hanno amato e non amato il mio show, i primi li aspetto a teatro, gli altri…pure! Buongustai!

#forteechiara

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