io ogni volta che un treno della mia vita passa inesorabilmente rimango ammaliato, come a godermi per un istante nella testa l’implosione di tutte quelle vite che non vivrò mai poi dopo c’è quasi sempre una jam, per fortuna, e @filippodecarli.
io ogni volta che un treno della mia vita passa inesorabilmente rimango ammaliato, come a godermi per un istante nella testa l’implosione di tutte quelle vite che non vivrò mai poi dopo c’è quasi sempre una jam, per fortuna, e @filippodecarli.
io ogni volta che un treno della mia vita passa inesorabilmente rimango ammaliato, come a godermi per un istante nella testa l’implosione di tutte quelle vite che non vivrò mai poi dopo c’è quasi sempre una jam, per fortuna, e @filippodecarli.
Cristo dio ma c’è la fai a scrivere una poesia, una cosa carina elegante, non dico la divina commedia che comunque è sopravvalutata ma comunque qualcosa che non sia un flusso stupido di coscienza stupida, stupita e neanche una disarmante frase caustica da quattro soldi che spieghi ai sorci i crocevia del tempo. Buchi bianchi e buchi neri brumano il manto dei pensieri e si arrendono alla sabbia della noia. Cosa cerchi in questo labirinto di segni, di seni molli e di mughiera. quale bandiera esattamente impronti come cassiere della notte, burocrata del circo dei sogni di Dio. Non darti per vinto, amore mio. Cerca ancora, scava la risposta alla domanda che non ti ho posta. C’è la risposta e anche il tono del poeta in questa selva di note di pietra. ecco così si fa, cospargi di parole inesatte queste tue comiche mulattiere. Ascolta il vicino, spingi alla meta nella tua menticina fosca di poeta. Erezioni disperate, proiezioni ortogonali di orchi e di fate. Castelli cangianti di birilli spaiati, di spiriti, di spiriti di giganti. Sbatta la nave contro suo figlio a volte d’oro inciso a volte solo di smorto dipinto. Spalmatemi su una tela e spingetemi nei solchi della tavolozza. Che non mi viene più niente da dire. mi stupisco del mio stesso incastro. Ruba parole, poeta, dal vicino, dalla sera, dalla seta dello sguardo, tu dici sguardo, giusto, spesso. E come fai a ritrovare la strada di casa quando esci. forse oggi la poesia… forse io non posso proprio esprimermi al riguardo, il lamento dell’occhio a riccardo? davvero fai, spregiudicato codardo? dove vai nei giorni caldi dell’estate di tutti i sensi? Cosa sono tutti i sensi, sporco bastardo? Guarda ancora una notifica, non sei in ritardo. La retorica è per i ritardati qualcuno mi bruci le mani per favore, accoltellatemi negli intenti. Tutte le genti mi rivolgo a voi, sprecate i miei passi come fossero semi, spargetemi ai quattro venti.
Cristo dio ma c’è la fai a scrivere una poesia, una cosa carina elegante, non dico la divina commedia che comunque è sopravvalutata ma comunque qualcosa che non sia un flusso stupido di coscienza stupida, stupita e neanche una disarmante frase caustica da quattro soldi che spieghi ai sorci i crocevia del tempo. Buchi bianchi e buchi neri brumano il manto dei pensieri e si arrendono alla sabbia della noia. Cosa cerchi in questo labirinto di segni, di seni molli e di mughiera. quale bandiera esattamente impronti come cassiere della notte, burocrata del circo dei sogni di Dio. Non darti per vinto, amore mio. Cerca ancora, scava la risposta alla domanda che non ti ho posta. C’è la risposta e anche il tono del poeta in questa selva di note di pietra. ecco così si fa, cospargi di parole inesatte queste tue comiche mulattiere. Ascolta il vicino, spingi alla meta nella tua menticina fosca di poeta. Erezioni disperate, proiezioni ortogonali di orchi e di fate. Castelli cangianti di birilli spaiati, di spiriti, di spiriti di giganti. Sbatta la nave contro suo figlio a volte d’oro inciso a volte solo di smorto dipinto. Spalmatemi su una tela e spingetemi nei solchi della tavolozza. Che non mi viene più niente da dire. mi stupisco del mio stesso incastro. Ruba parole, poeta, dal vicino, dalla sera, dalla seta dello sguardo, tu dici sguardo, giusto, spesso. E come fai a ritrovare la strada di casa quando esci. forse oggi la poesia… forse io non posso proprio esprimermi al riguardo, il lamento dell’occhio a riccardo? davvero fai, spregiudicato codardo? dove vai nei giorni caldi dell’estate di tutti i sensi? Cosa sono tutti i sensi, sporco bastardo? Guarda ancora una notifica, non sei in ritardo. La retorica è per i ritardati qualcuno mi bruci le mani per favore, accoltellatemi negli intenti. Tutte le genti mi rivolgo a voi, sprecate i miei passi come fossero semi, spargetemi ai quattro venti.
Cristo dio ma c’è la fai a scrivere una poesia, una cosa carina elegante, non dico la divina commedia che comunque è sopravvalutata ma comunque qualcosa che non sia un flusso stupido di coscienza stupida, stupita e neanche una disarmante frase caustica da quattro soldi che spieghi ai sorci i crocevia del tempo. Buchi bianchi e buchi neri brumano il manto dei pensieri e si arrendono alla sabbia della noia. Cosa cerchi in questo labirinto di segni, di seni molli e di mughiera. quale bandiera esattamente impronti come cassiere della notte, burocrata del circo dei sogni di Dio. Non darti per vinto, amore mio. Cerca ancora, scava la risposta alla domanda che non ti ho posta. C’è la risposta e anche il tono del poeta in questa selva di note di pietra. ecco così si fa, cospargi di parole inesatte queste tue comiche mulattiere. Ascolta il vicino, spingi alla meta nella tua menticina fosca di poeta. Erezioni disperate, proiezioni ortogonali di orchi e di fate. Castelli cangianti di birilli spaiati, di spiriti, di spiriti di giganti. Sbatta la nave contro suo figlio a volte d’oro inciso a volte solo di smorto dipinto. Spalmatemi su una tela e spingetemi nei solchi della tavolozza. Che non mi viene più niente da dire. mi stupisco del mio stesso incastro. Ruba parole, poeta, dal vicino, dalla sera, dalla seta dello sguardo, tu dici sguardo, giusto, spesso. E come fai a ritrovare la strada di casa quando esci. forse oggi la poesia… forse io non posso proprio esprimermi al riguardo, il lamento dell’occhio a riccardo? davvero fai, spregiudicato codardo? dove vai nei giorni caldi dell’estate di tutti i sensi? Cosa sono tutti i sensi, sporco bastardo? Guarda ancora una notifica, non sei in ritardo. La retorica è per i ritardati qualcuno mi bruci le mani per favore, accoltellatemi negli intenti. Tutte le genti mi rivolgo a voi, sprecate i miei passi come fossero semi, spargetemi ai quattro venti.
Scomodi e Sconvenienti @ecoteatromilano 27/28 Gennaio ore 20:45 29 Gennaio ore 16:00 Via Fezzan 11, Milano di Emiliano Metalli, diretto da Orazio Rotolo Schifone Con Francesco Serpico, Giuseppe Benvegna e Orazio Rotolo Schifone. Costumi Simone Natali Aiuto regia Rebecca Righetti La storia è incentrata, in maniera assolutamente libera e romanzata, attorno alla figura di Ermanno Randi: un giovane attore ucciso dal suo compagno. Siamo all’inizio degli anni 50 e la stampa ne parlò prima in maniera denigratoria, fino a cancellarne il nome.
ritrovamenti fossili di tempi addietro @gianni.degregorio report
Finisce il circo, ti carichi gli addobbi e rimani solo. come un fiore di campagna, tra la notte e il pan di spagna. I tuoi amici son scomparsi nei rumori di benzina. la tua estate è finita, e rimani intontito e grato come sempre al rimedio. sono anni che non ti scrivo amor. sono steso al pavimento. ne ho contati millecento di ti amo costipati, costernati quasi. comunque indimenticabili eppure ce n’è uno, il tuo, che non mi sono mai perdonato e rimbomba come gli spari agli uccelli nelle fiere d’agosto. se vuoi mi sposto, se vuoi mi sposo amore, amor mio, amore mio distrutto amore mio glorioso.
Finisce il circo, ti carichi gli addobbi e rimani solo. come un fiore di campagna, tra la notte e il pan di spagna. I tuoi amici son scomparsi nei rumori di benzina. la tua estate è finita, e rimani intontito e grato come sempre al rimedio. sono anni che non ti scrivo amor. sono steso al pavimento. ne ho contati millecento di ti amo costipati, costernati quasi. comunque indimenticabili eppure ce n’è uno, il tuo, che non mi sono mai perdonato e rimbomba come gli spari agli uccelli nelle fiere d’agosto. se vuoi mi sposto, se vuoi mi sposo amore, amor mio, amore mio distrutto amore mio glorioso.