Un po’ di backstage di #thegoodmothers 💛 Disponibile su @disneyplus @disneyplusit e in America su @hulu !
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Grazie per questa serata speciale❤️ @ischiaglobalfest
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Grazie @chanelofficial per la splendida serata! #festivaldescabanes @librairie7l
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Quando a un certo punto bisogna ritirarsi e concentrarsi sul testo e sulla propria interpretazione, la solitudine che si crea è una cosa che può spaventare?
«Recitare significa imparare a conoscersi e a scoprirsi. Quindi è giusto che arrivi questa solitudine, ed è anche importante. Le cose che capisci da sola non puoi capirle mentre sei con gli altri. La solitudine, poi, deriva da una scelta».
Che tipo di scelta?
«Ci sono attori che preferiscono rimanere da soli, che vengono sul set, fanno la loro parte e che poi decidono di tornare nella loro stanza. E ci sono attori che, invece, vogliono stare in mezzo alle persone».
Tu a quale gruppo senti di appartenere?
«Al secondo. Preferisco stare con gli altri. Voglio circondarmi di gente. Io sto bene da sola, intendiamoci. E so muovermi in completa autonomia. Però stare insieme agli altri mi piace».
Recitare, e ti cito, «significa imparare a conoscersi». Tu che cosa hai scoperto su te stessa in questi anni?
«Io sono ancora all’inizio. Sul set de L’amica geniale, ero poco più di una bambina. Sono cambiata, è chiaro, ma sono cambiata principalmente perché sono cresciuta. La cosa più importante che ho imparato su me stessa è che posso essere persone diverse, vivere vite diverse, recitando. E che non devo limitarmi. A volte, noi attori scegliamo di interpretare personaggi che non ci somigliano, che sono il più lontano possibile da noi. Ma così facendo, alla fine, capiamo anche chi siamo – le cose che ci rendono ciò che siamo».
La nuova ospite di Supernova è Gaia Girace (@gaiagirace).
Grafica: Claudio Montani (@squilibrista_yt).
Grazie a Cristiana Zoni (@cz_24_comunicazione).
Buona lettura.
Quando a un certo punto bisogna ritirarsi e concentrarsi sul testo e sulla propria interpretazione, la solitudine che si crea è una cosa che può spaventare?
«Recitare significa imparare a conoscersi e a scoprirsi. Quindi è giusto che arrivi questa solitudine, ed è anche importante. Le cose che capisci da sola non puoi capirle mentre sei con gli altri. La solitudine, poi, deriva da una scelta».
Che tipo di scelta?
«Ci sono attori che preferiscono rimanere da soli, che vengono sul set, fanno la loro parte e che poi decidono di tornare nella loro stanza. E ci sono attori che, invece, vogliono stare in mezzo alle persone».
Tu a quale gruppo senti di appartenere?
«Al secondo. Preferisco stare con gli altri. Voglio circondarmi di gente. Io sto bene da sola, intendiamoci. E so muovermi in completa autonomia. Però stare insieme agli altri mi piace».
Recitare, e ti cito, «significa imparare a conoscersi». Tu che cosa hai scoperto su te stessa in questi anni?
«Io sono ancora all’inizio. Sul set de L’amica geniale, ero poco più di una bambina. Sono cambiata, è chiaro, ma sono cambiata principalmente perché sono cresciuta. La cosa più importante che ho imparato su me stessa è che posso essere persone diverse, vivere vite diverse, recitando. E che non devo limitarmi. A volte, noi attori scegliamo di interpretare personaggi che non ci somigliano, che sono il più lontano possibile da noi. Ma così facendo, alla fine, capiamo anche chi siamo – le cose che ci rendono ciò che siamo».
La nuova ospite di Supernova è Gaia Girace (@gaiagirace).
Grafica: Claudio Montani (@squilibrista_yt).
Grazie a Cristiana Zoni (@cz_24_comunicazione).
Buona lettura.
Quando a un certo punto bisogna ritirarsi e concentrarsi sul testo e sulla propria interpretazione, la solitudine che si crea è una cosa che può spaventare?
«Recitare significa imparare a conoscersi e a scoprirsi. Quindi è giusto che arrivi questa solitudine, ed è anche importante. Le cose che capisci da sola non puoi capirle mentre sei con gli altri. La solitudine, poi, deriva da una scelta».
Che tipo di scelta?
«Ci sono attori che preferiscono rimanere da soli, che vengono sul set, fanno la loro parte e che poi decidono di tornare nella loro stanza. E ci sono attori che, invece, vogliono stare in mezzo alle persone».
Tu a quale gruppo senti di appartenere?
«Al secondo. Preferisco stare con gli altri. Voglio circondarmi di gente. Io sto bene da sola, intendiamoci. E so muovermi in completa autonomia. Però stare insieme agli altri mi piace».
Recitare, e ti cito, «significa imparare a conoscersi». Tu che cosa hai scoperto su te stessa in questi anni?
«Io sono ancora all’inizio. Sul set de L’amica geniale, ero poco più di una bambina. Sono cambiata, è chiaro, ma sono cambiata principalmente perché sono cresciuta. La cosa più importante che ho imparato su me stessa è che posso essere persone diverse, vivere vite diverse, recitando. E che non devo limitarmi. A volte, noi attori scegliamo di interpretare personaggi che non ci somigliano, che sono il più lontano possibile da noi. Ma così facendo, alla fine, capiamo anche chi siamo – le cose che ci rendono ciò che siamo».
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Buona lettura.
Quando a un certo punto bisogna ritirarsi e concentrarsi sul testo e sulla propria interpretazione, la solitudine che si crea è una cosa che può spaventare?
«Recitare significa imparare a conoscersi e a scoprirsi. Quindi è giusto che arrivi questa solitudine, ed è anche importante. Le cose che capisci da sola non puoi capirle mentre sei con gli altri. La solitudine, poi, deriva da una scelta».
Che tipo di scelta?
«Ci sono attori che preferiscono rimanere da soli, che vengono sul set, fanno la loro parte e che poi decidono di tornare nella loro stanza. E ci sono attori che, invece, vogliono stare in mezzo alle persone».
Tu a quale gruppo senti di appartenere?
«Al secondo. Preferisco stare con gli altri. Voglio circondarmi di gente. Io sto bene da sola, intendiamoci. E so muovermi in completa autonomia. Però stare insieme agli altri mi piace».
Recitare, e ti cito, «significa imparare a conoscersi». Tu che cosa hai scoperto su te stessa in questi anni?
«Io sono ancora all’inizio. Sul set de L’amica geniale, ero poco più di una bambina. Sono cambiata, è chiaro, ma sono cambiata principalmente perché sono cresciuta. La cosa più importante che ho imparato su me stessa è che posso essere persone diverse, vivere vite diverse, recitando. E che non devo limitarmi. A volte, noi attori scegliamo di interpretare personaggi che non ci somigliano, che sono il più lontano possibile da noi. Ma così facendo, alla fine, capiamo anche chi siamo – le cose che ci rendono ciò che siamo».
La nuova ospite di Supernova è Gaia Girace (@gaiagirace).
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Grazie a Cristiana Zoni (@cz_24_comunicazione).
Buona lettura.
Quando a un certo punto bisogna ritirarsi e concentrarsi sul testo e sulla propria interpretazione, la solitudine che si crea è una cosa che può spaventare?
«Recitare significa imparare a conoscersi e a scoprirsi. Quindi è giusto che arrivi questa solitudine, ed è anche importante. Le cose che capisci da sola non puoi capirle mentre sei con gli altri. La solitudine, poi, deriva da una scelta».
Che tipo di scelta?
«Ci sono attori che preferiscono rimanere da soli, che vengono sul set, fanno la loro parte e che poi decidono di tornare nella loro stanza. E ci sono attori che, invece, vogliono stare in mezzo alle persone».
Tu a quale gruppo senti di appartenere?
«Al secondo. Preferisco stare con gli altri. Voglio circondarmi di gente. Io sto bene da sola, intendiamoci. E so muovermi in completa autonomia. Però stare insieme agli altri mi piace».
Recitare, e ti cito, «significa imparare a conoscersi». Tu che cosa hai scoperto su te stessa in questi anni?
«Io sono ancora all’inizio. Sul set de L’amica geniale, ero poco più di una bambina. Sono cambiata, è chiaro, ma sono cambiata principalmente perché sono cresciuta. La cosa più importante che ho imparato su me stessa è che posso essere persone diverse, vivere vite diverse, recitando. E che non devo limitarmi. A volte, noi attori scegliamo di interpretare personaggi che non ci somigliano, che sono il più lontano possibile da noi. Ma così facendo, alla fine, capiamo anche chi siamo – le cose che ci rendono ciò che siamo».
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Quando a un certo punto bisogna ritirarsi e concentrarsi sul testo e sulla propria interpretazione, la solitudine che si crea è una cosa che può spaventare?
«Recitare significa imparare a conoscersi e a scoprirsi. Quindi è giusto che arrivi questa solitudine, ed è anche importante. Le cose che capisci da sola non puoi capirle mentre sei con gli altri. La solitudine, poi, deriva da una scelta».
Che tipo di scelta?
«Ci sono attori che preferiscono rimanere da soli, che vengono sul set, fanno la loro parte e che poi decidono di tornare nella loro stanza. E ci sono attori che, invece, vogliono stare in mezzo alle persone».
Tu a quale gruppo senti di appartenere?
«Al secondo. Preferisco stare con gli altri. Voglio circondarmi di gente. Io sto bene da sola, intendiamoci. E so muovermi in completa autonomia. Però stare insieme agli altri mi piace».
Recitare, e ti cito, «significa imparare a conoscersi». Tu che cosa hai scoperto su te stessa in questi anni?
«Io sono ancora all’inizio. Sul set de L’amica geniale, ero poco più di una bambina. Sono cambiata, è chiaro, ma sono cambiata principalmente perché sono cresciuta. La cosa più importante che ho imparato su me stessa è che posso essere persone diverse, vivere vite diverse, recitando. E che non devo limitarmi. A volte, noi attori scegliamo di interpretare personaggi che non ci somigliano, che sono il più lontano possibile da noi. Ma così facendo, alla fine, capiamo anche chi siamo – le cose che ci rendono ciò che siamo».
La nuova ospite di Supernova è Gaia Girace (@gaiagirace).
Grafica: Claudio Montani (@squilibrista_yt).
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Quando a un certo punto bisogna ritirarsi e concentrarsi sul testo e sulla propria interpretazione, la solitudine che si crea è una cosa che può spaventare?
«Recitare significa imparare a conoscersi e a scoprirsi. Quindi è giusto che arrivi questa solitudine, ed è anche importante. Le cose che capisci da sola non puoi capirle mentre sei con gli altri. La solitudine, poi, deriva da una scelta».
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«Ci sono attori che preferiscono rimanere da soli, che vengono sul set, fanno la loro parte e che poi decidono di tornare nella loro stanza. E ci sono attori che, invece, vogliono stare in mezzo alle persone».
Tu a quale gruppo senti di appartenere?
«Al secondo. Preferisco stare con gli altri. Voglio circondarmi di gente. Io sto bene da sola, intendiamoci. E so muovermi in completa autonomia. Però stare insieme agli altri mi piace».
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«Io sono ancora all’inizio. Sul set de L’amica geniale, ero poco più di una bambina. Sono cambiata, è chiaro, ma sono cambiata principalmente perché sono cresciuta. La cosa più importante che ho imparato su me stessa è che posso essere persone diverse, vivere vite diverse, recitando. E che non devo limitarmi. A volte, noi attori scegliamo di interpretare personaggi che non ci somigliano, che sono il più lontano possibile da noi. Ma così facendo, alla fine, capiamo anche chi siamo – le cose che ci rendono ciò che siamo».
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